Si è rivelato un vero e proprio asso dell’informatica e del crimine: operando da un’altra provincia è riuscito in via telematica ad inserirsi in una trattativa di compravendita tra un’azienda di Luzzara, in provincia di Reggio Emilia ed una ditta sudcoreana riuscendo a far si che quest’ultima, cliente dell’azienda reggiana, versasse sul proprio conto corrente il corrispettivo pari a circa 6.000 euro per l’acquisto di numerosi componenti da utilizzare nel settore zootecnico. L’imprenditore reggiano si è però subito accorto dell’anomalia e si è rivolto ai Carabinieri della Stazione di Luzzara che hanno avviato le indagini arrivando a una prima importante svolta investigativa ovvero l’identificazione dell’odierno indagato.
Una denuncia a cui potrebbero presto aggiungersene altre alla luce delle future e prossime risultanze investigative: nelle mani dei carabinieri il codice IP del regista delle operazioni che si è insediato nella compravendita ottenendo il bonifico senza tuttavia riuscire a riscuotere l’importo in quanto i Carabinieri di Luzzara sonio riusciti a bloccare il conto corrente “stornando” l’importo a favore dell’azienda reggiana a ci era destinato. Nelle more che le indagini facciano l’ulteriore corso, i Carabinieri della Stazione di Luzzara con l’accusa di concorso in frode informatica hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia un 33enne nullafacente residente a Torino.
E’ stato lo stesso l’imprenditore reggiano, sollecitato a spedire la merce dall’azienda sudcoreana che assicurava di averla regolarmente pagata tramite bonifico, ad accorgersi che ignoti inseritisi fraudolentemente nella compravendita sostituendosi all’azienda reggiana avevano indicato a quella sudcoreana le nuove coordinate bancarie dove effettuare il bonifico ovviamente non risultanti essere quelle dell’azienda della provincia di Reggio Emilia. Si è subito rivolto ai carabinieri di Luzzara denunciando la frode informatica. I militari attraverso le indagini telematiche risalivano all’IP del computer dal quale erano stati fatti gli indebiti bonifici ricostruendo tute le operazioni sino ad arrivare al “beneficiario” ovvero a colui che grazie alla pirateria informatica era riuscito a rimpinguarsi il conto corrente.
I Carabinieri hanno quindi accertato che il torinese ha ricevuto dall’azienda sudcoreano l’intero importo della compravendita per un importo di circa 6.000 euro che tuttavia non ha potuto prelevare essendo stato anticipato dai Carabinieri che gli hanno bloccato il conto. L’uomo veniva quindi denunciato per frode informatica. Le indagini tuttora in corso sono tese ad accertare eventuali analoghe condotte delittuose commesse dal 33enne abitante a Torino, con il probabile ausilio di altri complici, nei sistemi informatici di altre aziende.