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Riflessioni sul tema del conflitto, per ricordare la Prima Guerra Mondiale nel ciclo di incontri promosso dalla Fondazione di Vignola


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Claudia-BaracchiIl ciclo di incontri “La guerra. Le guerre. Pensieri sull’esperienza umana” si svolgerà dal 3 giugno al 21 ottobre 2015 presso la Rocca di Vignola. Il programma della rassegna è curato dalla Professoressa Claudia Baracchi, docente di Filosofia Morale all’Università Milano – Bicocca, con la collaborazione di Roberto Alperoli, fondatore dell’evento letterario “Poesia Festival”. L’iniziativa è promossa della Fondazione di Vignola.

Nell’anno in cui l’Italia commemora il centenario della Prima Guerra Mondiale, la Fondazione di Vignola propone un ciclo di sei incontri per riflettere sul tema del conflitto coinvolgendo studiosi di svariate discipline e introducendo quindi nella discussione punti di vista differenti: dalla filosofia alla psicanalisi, dall’antropologia all’archeologia, passando per il mito, le arti, la politica, la spiritualità.
L’obiettivo degli intellettuali coinvolti – tra gli altri Vito Mancuso, Valerio Massimo Manfredi, Massimo Bubola e Lucio Caracciolo – sarà però comune: illuminare il conflitto nelle sue molteplici declinazioni, parlando appunto di guerra, di guerre e – anche – di pace.
Ad inaugurare la rassegna sarà la conversazione della Professoressa Claudia Baracchi “Guerrieri, filosofi, eroi melanconici: la guerra e la visione di pace” mercoledì 3 giugno alle ore 21.00 presso la Sala Contrari della Rocca di Vignola.
La prima lezione prenderà spunto dall’esperienza dello psichiatra e psicanalista Carl Gustav Jung che, nell’autunno del 1913, ebbe una visione premonitrice dell’imminente scoppio della Prima Guerra Mondiale.
All’attore Lino Guanciale sarà affidato il compito di interpretare testi di Platone e Jung, il carteggio tra Freud e Einstein (1932) e la riflessione di Erich Neumann sul rapporto tra psiche, etica e politica.
Questo primo incontro servirà anche ad introdurre il programma dell’intera rassegna, dedicata al tema del conflitto perchè, secondo la Professoressa Baracchi, “la guerra pervade da sempre le vicende storiche, tanto da apparire ineliminabile. La guerra è considerata – inoltre – essenziale per comprendere l’animo umano. Ma lo è veramente? Questa è la domanda che si porranno i nostri relatori, perché approfondire il tema della guerra e comprenderne le dinamiche significa anche coltivare la possibilità di una pace a venire”.

 

Chi sono i protagonisti

Claudia Baracchi: Professore di Filosofia Morale all’Università di Milano-Bicocca; docente a Philo—Scuola Superiore di Pratiche Filosofiche; fino al 2009 Professore di Filosofia Antica alla New School for Social Research di New York; tra i suoi saggi, L’architettura dell’umano. Aristotele e l’etica come filosofia prima (2014).

Lino Guanciale: Attore, si diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”; ha lavorato in teatro (con Gigi Proietti, Franco Branciaroli e Luca Ronconi, tra gli altri), per il cinema (con Marina Spada e Woody Allen) e in varie serie televisive. Dal 2003 collabora con Claudio Longhi e attualmente è parte del progetto Carissimi padri.

Abstract “Guerrieri, filosofi, eroi melanconici: la guerra e la visione di pace”
Autunno 1913, Carl Gustav Jung, brillante psichiatra e psicanalista, è sul treno per Schaffhausen quando lo coglie una visione apocalittica. La racconterà in seguito: “Vidi una terribile alluvione inondare tutte le terre tra il Mare del Nord e le Alpi. Si estendeva dall’Inghilterra alla Russia e dalle coste del Mare del Nord fino alle Alpi. Vidi onde gialle, macerie galleggianti e migliaia di morti. La visione durò due ore, mi confuse e mi fece star male. Non seppi interpretarla. Trascorsero due settimane, poi la visione tornò, ancora più violenta di prima e una voce interiore disse: ‘Guardala, è del tutto reale, e accadrà. Non puoi dubitarne’. Lottai ancora per due ore con essa, ma mi trattenne con fermezza, lasciandomi esausto e confuso. Pensai di essere diventato pazzo”.

Di lì a poco scoppia la Grande Guerra e Jung si rende conto che l’esperienza visionaria, oltre che premonitrice, gli ha fatto toccare con mano il legame misterioso tra psiche individuale e mondo: la sua storia personale è entrata in risonanza con il presentimento di rovina latente nella belle époque, e ha anticipato il conflitto mondiale che sta per esplodere.

L’intuizione di Jung ha ascendenze filosofiche antiche ed è ricca di futuro. Dà avvio a una riflessione volta a esplorare le molteplici forme del conflitto (la guerra, le guerre) negli invisibili scenari interiori così come sulla scena del mondo. Ma soprattutto cerca vie per trasformare, e infine guarire, questa atavica sofferenza umana.

La lezione inaugurale attraverserà  testi di Platone e Jung, il carteggio tra Freud e Einstein (1932), la riflessione di Erich Neumann sul rapporto tra psiche, etica e politica. Presenterà inoltre il percorso della rassegna, che si svolge tra giugno e ottobre e intreccia gli sguardi di varie discipline ed esperienze: dalla filosofia alla psicanalisi, dall’antropologia all’archeologia, passando per il mito, le arti, la politica, la spiritualità.