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La Biblioteca Monelli di Fiorano acquista una rara prima edizione

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Nelle scorse settimane la Biblioteca Paolo Monelli di Fiorano Modenese ha acquistato una rara copia della prima edizione originale dell’opera ‘ Io e i Tedeschi’ di Paolo Monelli, fioranese illustre a cui è intitolata la struttura comunale. Nel libro lo sguardo attento del giornalista registra in istantanee le figure, le dinamiche politiche, i processi socioculturali della Repubblica di Weimar. Le pagine dedicate al colpo di stato di Monaco del novembre 1923 si soffermano su «Hitler l’isterico», «profeta dal vocabolario e dai gesti plebei» di un movimento, di cui l’autore sottolinea la distanza dalla concretezza e dal rispetto dell’individuo, nel tempo stesso in cui ne percepiva la capacità e la rapidità di diffusione.

Il testo, pubblicato dalla casa editrice Treves risale al 1927 ed è costato 120 euro, spese di spedizione incluse. Ora è conservato nell’Archivio comunale, al Bla di via Silvio Pellico, insieme ad altre tre prime edizioni dello scrittore, nato a Fiorano Modenese il 15 luglio 1891. I testi sono consultabili il terzo sabato di ogni mese dalle ore 9.00 alle ore 12.00, in presenza dell’archivista.

Giornalista colto, sempre alla ricerca della parola giusta, capace di uno sguardo sensibile e smaliziato per l’attualità, Monelli raccolse nelle sue opere i reportage come inviato speciale, in giro per il mondo, per più importanti quotidiani nazionali. A lui si deve anche la valorizzazione delle bellezze, anche enogastronomiche, del Paese: sua è la denominazione ‘Via dell’Amore’ data alla passeggiata a strapiombo sul mare delle Cinque Terre.

Nato a Fiorano Modenese, da una famiglia benestante, per seguire il padre, direttore dell’Ospedale militare di Bologna, Monelli si trasferì nel capoluogo, dove frequentò prima il liceo classico poi la facoltà di Giurisprudenza. Nel 1912 venne assunto dal Resto del Carlino come stenografo, cominciando così anche le prime collaborazioni con cronache di sport invernali e di scalate alpinistiche. Nel 1915 si arruolò come volontario negli Alpini ed ottenne diverse medaglie al valor militare; al termine della guerra fu fatto prigioniero e condotto in Austria. Nel 1920 si congedò e divenne inviato speciale del Resto del Carlino. In quell’anno affidò il racconto della sua vicenda di guerra a un libro ‘Le scarpe al sole. Cronache di gaie e di tristi avventure di alpini di muli e di vino’, tradotto in diverse lingue e da cui, nel 1935, fu tratto un film. Nel 1921 passò a collaborare alla Stampa, sempre come inviato, raccogliendo i resoconti di un viaggio in  Scandinavia del 1925 nel libro ‘Viaggio alle isole Freddazzurre’ (Alpes, 1926), presente nell’archivio comunale di Fiorano Modenese. In quegli anni l’attività di Monelli per il quotidiano torinese si concentrò su Berlino e la Germania. I reportage di quel periodo furono raccolte nell’opera ‘Io e i tedeschi’.

Nel 1926 il giornalista lasciò la Stampa, per approdare al Corriere della Sera. Gli anni dal 1927 al 1929 furono densi di viaggi, dal Portogallo alla Romania, da Malta a Marsiglia e alla Macedonia, dal Cairo a Gerusalemme, a Siviglia e a Madrid. Al ritorno da dalla Spagna (1929), fu però licenziato. I resoconti del suo ultimo giro del Mediterraneo furono raccolti nel volume ‘Questo mestieraccio’ (Treves, Milano 1930), anch’esso conservato nell’archivio comunale di Fiorano Modenese.  Inizialmente sostenitore del fascismo, Monelli si arruolò nuovamente in occasione del secondo conflitto mondiale, maturando poi un atteggiamento antifascista. Una volta terminata la guerra riprese a lavorare come giornalista per diverse testate; si adoperò molto per la vita culturale della capitale, fu uno dei fondatori e primi giudici del Premio Strega. Morì a Roma il 19 novembre 1984.