Ci sono alcune aziende che per longevità, impatto sul territorio e sulle comunità di riferimento, nonché per il loro successo sul mercato, possono essere considerate parte della storia recente del nostro paese.
Tra le molte realtà presenti nella nostra penisola, nel settore industriale un posto di riguardo è occupato sicuramente dal Gruppo Pirelli, una delle più grandi e fiorenti aziende della città di Milano, divenuta un marchio di eccellenza a livello internazionale nel campo degli pneumatici.
Il da poco rinnovato Consiglio di Amministrazione di Pirelli è costituito dai maggiori esponenti della Società Cinese ChemChina, in qualità di azionista di maggioranza, che ha affidato la presidenza al suo rappresentante Ren Jianxin, e dai rappresentanti del secondo azionista societario, ossia l’azienda italiana Camfin S.p.A., guidati da Marco Tronchetti Provera nel ruolo di Vice Presidente Esecutivo e Chief Executive Officer (CEO).
Marco Tronchetti, noto imprenditore milanese, il cui nome dal 1992 si è legato indissolubilmente a questo marchio, rappresenta una garanzia per il futuro del Gruppo: egli è anche un elemento di continuità con il precedente CdA, dato che per oltre vent’anni ha guidato l’azienda, rivestendo il ruolo di Presidente e salvandola dalla crisi in cui versava negli anni ’40, portandola al successo globale.
Ma vediamo un po’ di numeri: Pirelli nasce nel 1872 a Milano, grazie a un’idea dell’industriale e ingegnere Giovanni Battista Pirelli, e viene quotata alla Borsa di Milano nel 1922. Oggi è una delle aziende leader nel mondo nel settore automobilistico, la cui produzione di pneumatici per bici, moto, auto, trattori e veicoli industriali costituisce 99,9% dei suoi guadagni.
La sua presenza commerciale sul mercato nazionale è molto consistente, potendo contare su punti vendita in oltre 160 paesi e su stabilimenti produttivi in 14 paesi, che danno lavoro ad oltre 36 mila persone, garantendo al Gruppo un fatturato annuo di circa 6.309 miliardi di euro, stando ai dati del 2015.
Ma come è possibile che un piccolo opificio, costituito da soli due capannoni industriali e nato negli anni ’70 del XIX secolo nel cuore di Milano, sia diventato oggi una Società per Azioni da miliardi di euro?
La virtuosa parabola evolutiva di Pirelli, che per quasi 150 anni ha seguito e modellato la storia d’Italia, ci dimostra che è possibile, e forse il segreto del suo successo sta nella capacità dei suoi dirigenti di comprendere la realtà del proprio tempo, nonché nella volontà di promuovere e perseguire l’innovazione, per proporre sempre prodotti all’avanguardia e soddisfare la richiesta di mercato.
Questo è quello che ha fatto anche Giovanni Battista Pirelli, quando nel 1872 ha convinto i maggiori istituiti bancari di Milano che il futuro dell’industria italiana era nel settore automobilistico, per cui era necessario investire nella trasformazione della gomma. Da questa idea è nato il primo opificio per la lavorazione del caucciù vulcanizzato, nonché i primi accessori in gomma, come morsetti e cavi ma anche elastici per biancheria, giocattoli, impermeabili e, infine, i primi prototipi di pneumatici.
Passando dalle biciclette, alle motociclette, alle prime automobili, grazie anche al favorevole sviluppo del settore automobilistico e all’internazionale passione per le gare automobilistiche, si pensi al raid Pechino-Parigi del 1907, in cui la Itala 35/45 HP era gommata Pirelli, la richiesta di questi innovativi prodotti cresce.
Per soddisfare tale domanda è quindi necessario che anche l’azienda cresca, sia a livello locale che oltre: per questo, nei primi decenni del 1900 viene realizzato un nuovo stabilimento nel quartiere milanese della Bicocca e gradualmente inizia l’espansione anche in altri paesi. Tra i primi interessati dalle mire di Pirelli ci sono Spagna, Gran Bretagna e Argentina.
Il successo guadagnato e la capacità imprenditoriale di Marco Tronchetti Provera, salverà l’azienda dal periodo di crisi attraversato durante gli anni ’70 del 1900, quando alla dirigenza c’era suo suocero Leopoldo Pirelli. Per risanare il profilo dell’azienda, danneggiata dalla fallimentare campagna di fusioni con società estere, l’imprenditore milanese, una volta diventato Presidente del Gruppo nel 1992, sceglie di focalizzare gli investimenti sul proficuo settore degli pneumatici, mettendo da parte i settori meno produttivi e promuovendo l’innovazione e l’internazionalizzazione.
Grazie alla proposta di prodotti sempre nuovi ed innovativi, come quelli delle linee Prestige e Premium, nonché all’apertura verso nuovi mercati e campi di sperimentazione, come quello delle fibre ottiche e delle energie rinnovabili, Pirelli è oggi un’industria di fama internazionale, tra le più in auge nel settore dei trasporti e dello sport, gommando i veicoli delle maggiori gare internazionali come la Formula 1, il Rally, il Superbike e la Mille Miglia.
Alla luce della sua storia d’impresa, Pirelli può essere considerata uno dei maggiori gruppi industriali nazionali, che si è adattato all’evoluzione del mondo industriale italiano, seguendone ed alimentandone i corsi e le tendenze, uscendo vincitrice dalla crisi post-bellica e risultando ancora oggi una delle imprese più affermate su scala internazionale.