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A.N.P.I. Provinciale di Modena sulla revisione costituzionale

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L’A.N.P.I. Provinciale di Modena conferma le proprie critiche alla revisione costituzionale relativa alla riduzione dei Parlamentari all’ordine del giorno della Camera dei Deputati nei prossimi giorni per la 4° e definitiva lettura ed approvazione. Siamo molto critici rispetto alla motivazione per la quale si propone e si approva la riduzione dei componenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica ovvero che tale riduzione darebbe luogo ad un risparmio di 1 Miliardo di €uro in dieci anni.

Si tratta di una motivazione di basso profilo etico e che continua a soffiare sull’antipolitica in una fase storica in cui, di fronte ai grandi ed inediti problemi umani sociali e civili del mondo intero, c’è una domanda di politica di alto profilo etico, culturale e sociale.

Non possiamo dimenticare che siamo in una fase in cui assistiamo ad una forte crisi della partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica e ad un restringimento degli spazi della rappresentanza sociale e sindacale ed una fase in cui sono stati ridotti i numeri dei Consiglieri Comunali, sono stati eliminati i Consiglieri di quartiere direttamente eletti dai cittadini, sono stati eliminati i Consigli Provinciali direttamente eletti dai cittadini.

C’è bisogno di ricostruire un sistema di valorizzazione della partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica. Una modifica di questa portata richiederebbe una discussione ed un approfondimento ampio dei cittadini e di esperti e costituzionalisti.

La Costituzione ed anche il numero dei componenti del Parlamento non è un insieme cristallizzato ed immutabile di norme; si può cambiare e si può anche diminuire, ma occorrono motivazioni eticamente, culturalmente e politicamente alte così come lo erano al momento del suo concepimento e della sua scrittura.

La Costituzione afferma una democrazia rappresentativa dove la sovranità appartiene al popolo che la esercita attraverso, innanzitutto, i propri rappresentanti eletti in Parlamento, Parlamento che negli ultimi decenni ha subito pesanti colpi alla sua centralità. In questo senso, la riduzione dei Parlamentari non può essere colto come un ulteriore colpo alla sua centralità nel sistema istituzionale, ma deve, anzi, rappresentare una occasione per ridare forza alla partecipazione dei cittadini e per rivalutare la rappresentanza.

La nostra Costituzione approvata con il contributo di tutte le componenti politiche ideali ha un suo equilibrio fra le diverse parti; è un equilibrio che viene rotto dalla riduzione drastica dei componenti. Non si può, dunque, ridurre il numero dei componenti delle due Camere senza, contemporaneamente, compiere una revisione di alcuni altri articoli della Costituzione ed, in particolare, anche della legge elettorale.

Procedere alla approvazione definitiva del numero dei Parlamentari al di fuori di una revisione conseguente e di una nuova legge elettorale è parziale e rischioso.

In questo ambito la legge elettorale dovrà garantire la massima rappresentatività degli elettori e di tutela delle minoranze e dovrà ridare agli elettori il potere effettivo di scegliere il proprio rappresentante in Parlamento superando l’attuale sistema che lascia alle segreterie dei partiti la scelta dei candidati e dei probabili eletti.