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Confcommercio, appello ai Comuni, che ad oggi non hanno adottato alcuna misura di aiuto per le imprese


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Nessuna riduzione dell’IMU, nessun azzeramento della TARI per i mesi di inattività, nessun taglio della TOSAP per suolo non occupato, nessuna limatura dell’imposta di pubblicità ad attività chiuse, nemmeno uno sconto sull’imposta di soggiorno per alberghi che rimarranno vuoti per mesi: è questo lo scenario locale, tracciato da una ricognizione (tabella allegata) di Confcommercio Modena sui Comuni modenesi e sui provvedimenti adottati dallo scoppio dell’emergenza Covid-19.

Si tratta di un quadro non certo incoraggiante, che ha spinto il Presidente Tommaso Leone ed altri 30 presidenti di zona e categoria a prendere carta e penna ed a scrivere a tutti i Sindaci del territorio modenese per rappresentare la situazione drammatica nella quale si trovano migliaia di imprese e di cui Confcommercio Fam chiede che le Amministrazioni Locali si facciano carico mettendo in campo provvedimenti straordinari ed all’insegna dell’equità fiscale su IMU, TARI, Tosap, imposta di pubblicità e imposta di soggiorno.

“Scriviamo questo appello – l’incipit della lettera – in rappresentanza di oltre 4mila micro piccole e medie imprese del commercio, del turismo, della ristorazione, dei servizi, dell’artigianato, delle professioni, chiuse da oltre un mese e mezzo, alle prese con una situazione che ne sta mettendo a dura prova la sopravvivenza e, nella migliore delle ipotesi, la tenuta occupazionale […] a fronte di previsioni disarmanti: il crollo del PIL nel 2020 potrebbe superare il 10% e decina di migliaia di imprese sono a rischio chiusura”.

“Il percorso di ritorno alla “normalità” – sottolinea la lettera – non sarà, come è facilmente immaginabile, veloce – per il turismo sarà in realtà lentissimo -, e le nostre imprese dovranno fare i conti con nuove “regole del gioco”, che di fatto muteranno profondamente e per tanti mesi i paradigmi economici e sociali nei quali operavano prima che scoppiasse l’emergenza Covid-19”.

“Di fronte a misure varate dal Governo che si sono rivelate fino ad ora sostanzialmente inutili a dare l’ossigeno di cui le nostre imprese hanno bisogno – puntualizza il presidente provinciale Tommaso Leone – ci saremmo attesi un atteggiamento di maggiore comprensione da parte delle Istituzioni locali relativamente alla complessità nel quale si sono ritrovate gran parte delle 70 mila imprese del territorio modenese”.

“Siamo ben consapevoli – affermano i 30 firmatari nell’appello – che, come si suol dire, la coperta è corta, ma pretendere di far pagare aziende sospese ex lege per servizi non resi appare fortemente iniquo e rischia di essere una ulteriore spinta verso il precipizio per tante imprese”.

“L’appello – dichiara Leone – è perché venga colta appieno e definitivamente la drammaticità del quadro, che richiede l’adozione di misure staordinarie, con la messa in campo dei seguenti indispensabili provvedimenti: l’azzeramento della TARI dal momento della chiusura delle attività fino a quello di riapertura, la riduzione della TARI medesima proporzionalmente alla perdita di fatturato per le attività che sono rimaste aperte; la riduzione della TARI per i mesi del 2020 in cui le nostre imprese saranno attive, in modo commisurato alla certa minore produzione di rifiuti; l’azzeramento della TOSAP/COSAP dal momento della chiusura delle attività fino a quello di riapertura per tutte le attività in sede fissa e su suolo pubblico; l’azzeramento della tassa di soggiorno per tutto il 2020; la sospensione del versamento dell’acconto IMU e l’immediata apertura di un tavolo tecnico che per il 2020 rimoduli le aliquote sulle categorie che più di altre stanno subendo gli effetti dell’emergenza; la sospensione di ogni adempimento burocratico per gli allestimenti esterni per bar, ristoranti, pub, catering e l’esenzione dal pagamento della TOSAP/COSAP fino alla fine dell’anno per il suolo pubblico aggiuntivo che i pubblici esercizi chiederanno al momento della ripartenza; il taglio del 50% dell’ammontare che nel 2020 pagherà ogni attività per l’imposta sulla pubblicità”.

“Il rischio serio – conclude Leone – è che in assenza di un piano di azioni anche da parte di Comuni, faremo i conti con un inaccettabile impoverimento del tessuto produttivo locale e le Amministrazioni, paradossalmente, con conseguenti minori entrate per le casse comunali per l’anno in corso e per gli anni a venire”.