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Legambiente: “No alla frammentazione dell’area protetta del Secchia dove passerebbe la Bretella Campogalliano-Sassuolo”


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Legambiente: “No alla frammentazione dell’area protetta del Secchia dove passerebbe la Bretella Campogalliano-Sassuolo”Contrarietà alla scelta di frammentare l’area protetta lungo la fascia del Secchia: è questa in sintesi la posizione di Legambiente, che si schiera contro la delibera della Regione che ridisegna i confini dell’area del fiume Secchia tra Rubiera, Modena e Campogalliano oggi tutelata all’interno del sistema Rete Natura 2000.

Si tratta di un’area protetta di lunga storia e di recente ampliamento. Il 2 novembre la Regione ha infatti deliberato l’allargamento della preesistente area tutelata, sita in corrispondenza della Cassa d’espansione del Secchia: questa scelta è stata compiuta a fronte di un importante intervento infrastrutturale e di manutenzione necessario ai fini della sicurezza idraulica del territorio, intervento che ha compromesso la qualità dell’ecosistema che si era sviluppato in corrispondenza della Cassa e che ha quindi richiesto una compensazione che si è concretizzata nell’allargamento del perimetro dell’area protetta a valle della Cassa.

Il 22 novembre la Giunta regionale è però tornata sui suoi passi, eliminando due aree di territorio comprese nel perimetro della nuova area protetta, senza peraltro alcuna motivazione riportata nel testo della nuova delibera. Il risultato è uno “spezzatino” privo di significato dal punto di vista naturalistico, quasi come se questi due brevi tratti del Secchia siano privi delle caratteristiche di interesse conservazionistico possedute invece dalle aree immediatamente confinanti a monte e a valle.

“Non ci sfugge”, commenta Legambiente, “che le due aree coincidono con le intersezioni della futura Bretella Campogalliano-Sassuolo con il fiume. Si tratterebbe però di un vero e proprio insulto al territorio e al concetto stesso di salvaguardia di aree naturali se il motivo dell’esclusione di queste aree fosse, ad esempio, una richiesta da parte del soggetto costruttore per evitare di dover documentare l’impatto della nuova autostrada sull’ambiente fluviale.”

“Chiediamo quindi alla Regione Emilia-Romagna di fare marcia indietro, annullando la seconda ingiustificata delibera e ripristinando il perimetro dell’area protetta senza immotivate interruzioni.”