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Oltre 600 chiamate nelle prime tre notti gestite dal nuovo numero unico provinciale di guardia medica


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Oltre 600 chiamate nelle prime tre notti gestite dal nuovo numero unico provinciale di guardia medica

Oltre 600 chiamate gestite, provenienti da tutta la provincia: è positivo il bilancio – presentato durante la seduta della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria di ieri, venerdì 7 luglio – relativo alle prime tre notti trascorse da quando è entrato in servizio, il 3 luglio scorso, il nuovo numero unico provinciale di Guardia medica (Continuità assistenziale) 800 032 032, attivo dalle 20 alle 8 nei giorni feriali e dalle 8 alle 20 nei giorni di sabato, domenica e tutti i giorni prefestivi e festivi.

La seduta, aperta dagli interventi del Presidente della CTSS e Sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, e dalla Direttrice Generale Anna Maria Petrini che hanno sottolineato come il lavoro svolto si innesti in un contesto di carenza di personale e di risorse, è stata l’occasione per presentare il progetto di riordino della Continuità assistenziale: come ha spiegato la Direttrice sanitaria dell’Ausl Romana Bacchi, “la riorganizzazione è stata attuata per rafforzare il sistema e dare una risposta più completa ai cittadini, attraverso una gestione unica, ampia e sistematica, che dà garanzie maggiori in termini di sicurezza e di risposta”.

Il progetto coinvolge i medici di continuità assistenziale di tutto il territorio grazie a un accordo, siglato tra Azienda USL di Modena e le sigle sindacali di categoria, che consente di fornire ai cittadini un’assistenza più appropriata e puntuale nei giorni e nelle fasce orarie in cui non sono in servizio i medici e pediatri di famiglia.

“Il numero verde gratuito 800 032 032 – ha continuato Bacchi –, valido per l’intera provincia, corrisponde ad una centrale telefonica, collocata a Modena, dove si trovano medici competenti che rispondono in contemporanea ai cittadini da diverse postazioni utilizzando una piattaforma informatica che registra le telefonate. La Centrale è il punto nevralgico del sistema: qui viene accolta la richiesta, viene attentamente valutato il bisogno e fornita la risposta più adatta. Il medico offre una consulenza specializzata con indicazioni precise che spesso riescono a risolvere il problema. In queste prime tre notti, tra il 60% e il 65% delle chiamate si è risolto con il consulto telefonico. Se è necessaria una visita il medico invia il cittadino nell’ambulatorio di continuità assistenziale del suo territorio (25-30% dei casi dal 3 al 5 luglio), oppure, in caso di persone che non possono muoversi, contatta il medico di continuità assistenziale che chiama il paziente e valuta se effettuare una visita domiciliare (5-10%). Nel dettaglio, la notte tra il 3 e 4 luglio le chiamate sono state 215, nella notte seguente 223 e la notte tra il 5 e 6 luglio sono state 238. Questi sono i dati delle prime notti, monitoreremo costantemente l’andamento del servizio per essere pronti a intervenire di volta in volta per migliorare eventuali criticità che dovessero sorgere. Ringrazio i medici di continuità assistenziale che stanno facendo uno straordinario lavoro sia nella centrale telefonica che sul territorio con il supporto del Dipartimento di Cure primarie che affianca i medici in tutto il sistema. L’impegno dell’Azienda USL, come sempre fatto, è di monitorare con attenzione, con reportistica puntuale, tutte le attività, rendicontando sui singoli distretti e a livello provinciale alla CTSS. Quello compiuto sulla Guardia medica è un primo passo, seppur importante, che abbiamo intenzione di consolidare, monitorare e fare evolvere, analizzandone in maniera approfondita l’andamento”.

Dopo la presentazione è stato dato spazio al dibattito, che ha registrato l’apprezzamento degli amministratori intervenuti per il lavoro messo in campo riguardo il Servizio di Guardia medica, ritenuto da molti necessario.

Infine è stata assicurata la condivisione sui territori delle progettualità riguardanti i Centri di assistenza e urgenza (CAU), le cui specifiche tecniche sono in corso di definizione da parte della Regione, e della rete dei mezzi di soccorso sul territorio.

“Facciamo un passo alla volta” ha concluso il Presidente della CTSS Gian Carlo Muzzarelli, “con i prossimi incontri prepariamo le tappe per verificare i progetti di riordino, prima sul territorio e poi con il livello regionale. Perché se la responsabilità è in capo alla Conferenza, deve essere realizzato un impianto che copra tutto il territorio provinciale e assicuri un quadro più elevato di risposta nella fase di emergenza, così da migliorare la relazione con il cittadino, la sua presa in carico e l’appropriatezza della risposta”.