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Peste suina africana e piani di contenimento dei cinghiali, l’assessore Mammi incontra presidenti e rappresentanti delle Province


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Peste suina africana e piani di contenimento dei cinghiali, l’assessore Mammi incontra presidenti e rappresentanti delle Province
Autore: Francesco Grazioli – Copyright: Regione Emilia Romagna

Le strategie per contrastare la diffusione della peste suina africana sul territorio dell’Emilia-Romagna e le attività di riduzione della presenza di cinghiali sono stati al centro dell’incontro che l’assessore regionale all’Agricoltura e caccia Alessio Mammi ha tenuto con presidenti e rappresentanti delle Province dell’Emilia-Romagna.

Al momento sono stati registrati due casi di peste suina africana in cinghiali selvatici trovati morti nel comune di Ottone, come indicato dalla sezione di Piacenza dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna. I ritrovamenti sono avvenuti poco distante da quelli precedenti in altre Regioni, pertanto, non sono state modificate le zonizzazioni di rischio.

“Vanno aumentati gli sforzi- ha spiegato l’assessore-, per scongiurare la diffusione del virus che potrebbe comportare innumerevoli costi per il comparto suinicolo. La Regione ha destinato, attraverso il Programma di sviluppo rurale e altri bandi, risorse per oltre 7 milioni di euro per il sostegno di interventi nel settore suinicolo. Ed è in preparazione un nuovo bando sempre con risorse dello Sviluppo rurale che permetterà di innalzare i livelli di biosicurezza degli allevamenti con altri 5 milioni di euro”.

“Ma serve soprattutto una maggiore incisività nel contenimento della presenza di cinghiali- ha continuato Mammi-, per questo scopo abbiamo destinato nel corso del 2023 e 2024 risorse del bilancio Regionale alle Province, che attraverso gli organi di Polizia sono i diretti responsabili del coordinamento e dell’attuazione delle attività di riduzione della specie nei contesti più problematici”.

L’assessore ha indicato le tempistiche per i prossimi interventi: in questi giorni sarà inviata nuovamente alle Province, in qualità di soggetto a cui la normativa assegna il compito di attuare i piani di controllo della fauna selvatica, la mappa delle maggiori criticità, chiedendo di presentare le strategie da mettere in atto su scala locale, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo di: bioselettori e coadiutori, trappole, gabbie e chiusini, gli obiettivi in termini di numero di animali abbattuti, confermando l’impegno della Regione a sostenere con ulteriori risorse e strumenti i piani individuati dalle Province.

Per quanto riguarda invece i due milioni di euro che la Giunta Regionale aveva deciso di mettere a disposizione a dicembre 2022 del Commissario Straordinario, Vincenzo Caputo, lo stesso ha comunicato solo poche settimane fa che non verranno più utilizzate per la realizzazione delle recinzioni, la Regione ha pertanto stabilito di concentrarle sulla riduzione della presenza di cinghiali, attraverso gli strumenti che l’ordinanza commissariale consente.

Sono stati convocati inoltre i Gruppi operativi territoriali di Parma e Piacenza, coordinati dal commissario straordinario e formati da personale tecnico degli enti locali, per condividere la strategia da mettere in atto.

La strategia della Regione per il contrasto della peste suina africana

Monitorata la situazione sanitaria, attraverso l’analisi della possibile evoluzione della diffusione, prevedendo le misure e le deroghe necessarie perché, attraverso un sistema di allarme efficiente, si possa intervenire sulle situazioni specifiche limitando il più possibile gli effetti che la diffusione del virus può avere sulle produzioni e sulle commercializzazioni. Osservati speciali sono gli allevamenti, per i quali occorre continuare a investire sull’aumento della biosicurezza, sia in termini di protezioni fisiche che nella formazione degli allevatori.  

In tutte le province dell’Emilia-Romagna sono operativi i piani di controllo regionali per la fauna selvatica, per i quali la Regione ha messo a disposizione delle Province risorse per 1,1 milioni di euro, così ripartite: 600mila euro per il 2023 e 500mila euro per l’anno successivo.