La Giunta ha approvato la delibera del progetto di legge per la “Localizzazione degli impianti alimentati a fonti rinnovabili nel territorio regionale”, che avvia così il percorso di approvazione: un passaggio cruciale sia per l’attuazione delle politiche regionali in materia di transizione ecologica e sviluppo sostenibile, sia per garantire il rispetto degli obiettivi assegnati all’Emilia-Romagna dalla normativa nazionale.
Il provvedimento si inserisce infatti nel quadro del burden sharing nazionale che prevede, entro il 2030, il raggiungimento di 6,3 GW di potenza aggiuntiva da FER (Fonti di Energia Rinnovabile) in Emilia-Romagna, contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo nazionale di 80 GW. Il potenziale incremento di potenza installata sulle aree idonee così come identificate da questo atto, può raggiungere circa 10 GW, oltre quindi gli obiettivi assegnati.
Viene stabilita una serie di criteri tecnici e ambientali per individuare le aree ritenute idonee: a partire dalle zone degradate, marginali o compromesse sotto il profilo ambientale, quelle già antropizzate, come ex cave, zone industriali dismesse, discariche o aree a margine di infrastrutture con l’esclusione di quelle agricole di pregio, zone protette, beni culturali e paesaggistici tutelati dalle pianificazioni. Il testo sarà poi messo a disposizione del confronto con tutti i portatori di interesse del settore e giovedì pomeriggio sarà illustrato anche in sede di Patto per il Lavoro e per il Clima.
“Questa legge– affermano il presidente, Michele de Pascale, e l’assessora all’Ambiente, Irene Priolo– è un esempio concreto di come la Regione intenda affrontare la sfida delle energie rinnovabili con strumenti innovativi, equi e territorialmente responsabili. Allo stesso tempo prova a colmare le difficoltà che le imprese stanno affrontando a causa dei costi dell’energia, favorendo l’installazione di impianti per l’autoproduzione e l’autoconsumo delle aziende. Sappiamo che la transizione energetica deve essere accelerata, ma deve avvenire con un patto chiaro tra istituzioni, imprese e cittadini. Tutelare l’ambiente e promuovere lo sviluppo non sono obiettivi in contraddizione, ma due facce della stessa politica.”
“Con questo progetto di legge– sottolineano il vicepresidente, Vincenzo Colla, e l’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi, che hanno collaborato al percorso di realizzazione del testo-, diamo una risposta attesa e strutturata all’esigenza di sviluppare energie rinnovabili nel rispetto del territorio. Offriamo a cittadini, enti locali e operatori del settore un quadro normativo chiaro, trasparente e sostenibile, basato su criteri ambientali, paesaggistici, agricoli e di investimento. Non ci limitiamo a favorire la localizzazione degli impianti nelle aree meno pregiate, ma mettiamo in campo regole forti per una transizione energetica sostenibile, strumenti di monitoraggio, compensazione ambientale e tutela delle colture di pregio, permettendo investimenti innovativi.”
La legge introduce un quadro normativo che consente ai comuni in modo più chiaro di definire dove sia possibile e non possibile installare impianti FER – in particolare fotovoltaici, eolici, a biomasse, biometano, geotermici, ecc. – con tempi autorizzativi più snelli nelle aree già predefinite come idonee. Prova a dare una risposta alla necessità di dare certezza agli operatori, evitare il consumo indiscriminato di suolo e gestire il più possibile conflitti territoriali.
Integra, inoltre, gli obiettivi ambientali e paesaggistici, prevedendo meccanismi di valutazione degli impatti cumulativi e promuovendo soluzioni integrate tra produzione energetica, agricoltura e biodiversità, come l’agrivoltaico sostenibile.
Nelle aree dichiarate idonee, i procedimenti di autorizzazione per nuovi impianti FER saranno semplificati e accelerati, come già previsto dalla norma nazionale, riducendo tempi e incertezza per gli investitori.