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No della Regione alla proposta di unificazione dei fondi europei della Pac e di Coesione

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No della Regione alla proposta di unificazione dei fondi europei della Pac e di CoesioneTutelare la specificità della Politica Agricola Comune (Pac) nel prossimo bilancio pluriennale dell’Unione Europea (2028-34), mantenendo i fondi destinati all’agricoltura indipendenti da quelli per la Coesione. E ancora garantire più risorse per assicurare la capacità produttiva europea e il reddito degli agricoltori, migliorando gli obiettivi di semplificazione previsti dalla Commissione Europea.

È la posizione della Regione Emilia-Romagna, ribadita dall’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi, durante la riunione esterna della Commissione Risorse Naturali del Comitato Europeo delle Regioni in corso ieri e oggi a Venezia in una sessione speciale nell’ambito del Festival delle Regioni.

L’ipotesi di riforma del bilancio pluriennale avanzata ieri dalla Commissione Europea alla conferenza annuale sul Budget della UE prevede l’accorpamento dei fondi Pac, della Coesione territoriale e del fondo sociale in un unico fondo nazionale sul modello del Recovery Fund. Una posizione che ha visto anche il voto contrario del Parlamento Europeo, la contrarietà di altre Regioni europee e l’opposizione delle principali associazioni di categoria e sindacati agricoli europei, che hanno chiesto alla Commissione di tenere conto dell’importante ruolo dei territori nella proposta ufficiale sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), attesa per luglio 2025.

“Ribadiamo la contrarietà dell’Emilia-Romagna all’ipotesi di accorpamento tra i fondi della Politica Agricola Comune e quelli della Coesione- afferma Mammi-. Si tratta di strumenti che hanno obiettivi diversi, rispondenti a esigenze differenti dei territori e dei cittadini. Una loro gestione centralizzata a livello nazionale rischia di indebolirne l’efficacia e di sottovalutare le specificità territoriali e le esigenze dei settori produttivi, che solo una gestione condivisa con le Regioni può garantire. È necessario, invece, assicurare alla Pac un budget solido per sostenere il reddito degli agricoltori e difendere la qualità delle produzioni europee da pratiche sleali e da rapporti commerciali che non tengono conto dei nostri standard. E, inoltre, prevedere risorse per tutelare la sicurezza alimentare di fronte alle sfide del cambiamento climatico e della transizione ecologica”.

“Rappresenta un passo avanti- prosegue l’assessore- il secondo pacchetto di semplificazione della Pac pubblicato dalla Commissione Europea che punta a ridurre gli oneri burocratici e amministrativi per gli agricoltori. Ma è necessario fare un ulteriore salto di qualità in questa direzione per rendere il sistema più adatto alle necessità delle imprese agricole e agroalimentari che devono competere a livello globale con soluzioni più efficaci e flessibili”.