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Un invaso da 143mila metri cubi su una superficie di 6,5 ettari: inaugurata la cassa di espansione del Canale dei Mulini a Castel Bolognese

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Un invaso da 143mila metri cubi su una superficie di 6,5 ettari: inaugurata la cassa di espansione del Canale dei Mulini a Castel BologneseGià durante le alluvioni di maggio 2023 e settembre 2024, quando ancora non era stata terminata, aveva fornito un contributo importante. Da oggi, invece, entra a pieno regime nel sistema di regolazione delle acque della pianura ravennate.

È la cassa di espansione del Canale dei Mulini, a Castel Bolognese (RA), in località Savoie, realizzata dal Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, con risorse (3,3 milioni di euro) assegnate dalla Regione. Un’opera con un volume d’invaso della capacità di 143mila metri cubi, su una superficie di 6,5 ettari di terreno.

All’inaugurazione ufficiale erano presenti il presidente della Regione, Michele de Pascale, e la sottosegretaria alla Presidenza con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini. Con loro Francesco Vincenzi, presidente di Anbi (Associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue), Antonio Vincenzi, presidente del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, e i sindaci di Castel Bolognese e Solarolo, Luca Della Godenza e Maria Diletta Beltrani.

“Il fatto che questa cassa abbia già svolto un ruolo decisivo nel controllo del flusso dell’acqua quando ancora non era completata ci dimostra inequivocabilmente quanto investire in queste opere sia strategico per la messa in sicurezza del territorio- sottolinea de Pascale-. Pochi giorni fa abbiamo presentato i progetti per i bacini dei fiumi Lamone e Marzeno, a poca distanza da qui, e presto faremo lo stesso anche per altri corsi d’acqua: invasi, casse di espansione, aree di laminazione sono decisive per la salvaguardia delle persone e delle attività produttive. Voglio ringraziare- prosegue il presidente- il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, che ha progettato e realizzato l’intervento, e i sindaci del territorio, con i quali c’è un dialogo costante”.

“Anche se di piccole dimensioni- spiega Rontini-, la cassa del Canale dei Mulini è un tassello molto importante per rafforzare la sicurezza idraulica di questo territorio e si inserisce in quel mosaico di opere strutturali che vogliamo assolutamente realizzare, laddove necessario. Quanto accaduto negli ultimi due anni ci pone davanti a una sfida difficile, che possiamo vincere solo unendo le forze di tutti gli attori coinvolti- continua la sottosegretaria-: da questo punto di vista il ruolo dei Consorzi di Bonifica, per la loro competenza e professionalità, è sempre stato decisivo e lo sarà ancora di più in futuro”.

Il progetto della cassa del Canale dei Mulini

Dei 3,3 milioni di euro complessivi per la realizzazione dell’opera, circa 2,7 arrivano dal Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale (Dpcm 20 febbraio 2019), mentre gli altri 600mila dal Programma per fronteggiare il fenomeno della subsidenza nelle provincie di Ferrara e Ravenna. Il finanziamento è stato programmato a fine 2019 e il progetto approvato nel 2020. I lavori, iniziati nell’estate 2021, si sono conclusi nell’estate 2024. Di fatto l’opera è funzionante fin dal 2023, quando è stata coinvolta nelle alluvioni causate dalle esondazioni dei fiumi, primo fra tutti il Senio: nonostante questa cassa serva per la sicurezza nello scolo delle acque di bonifica, è stata comunque utile, specialmente nel primo evento, quello del 2 maggio 2023, e poi a settembre 2024.

Laminazione delle acque, ma non solo

Un corso d’acqua artificiale, costruito a partire dal XV secolo, lungo 38,6 chilometri che sfocia nel Reno. È il Canale dei Mulini, un tempo supporto fondamentale per le attività industriali della zona, che oggi svolge una duplice funzione: di scolo delle acque meteoriche dell’area urbana e rurale di Castel Bolognese e di adduzione e distribuzione di acqua per l’irrigazione, dal Senio e dal Canale emiliano romagnolo (Cer). A gestire formalmente questo corso d’acqua sin dal 1967 è il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale.

Grazie all’intervento realizzato, le portate del Canale dei Mulini vengono regolate da un apposito manufatto, che impedisce il transito dell’acqua in eccesso verso Solarolo. In caso di emergenza idraulica la regolazione crea un “rigurgito” verso monte, che consente di deviare le acque nel Rivalone, un canale affluente. Una volta raggiunta la soglia sfiorante in pietrame (lunga circa 100 metri), l’acqua in eccesso in risalita nel Rivalone si immette nella cassa. Al termine dell’evento di piena, man mano che il livello dell’acqua nei canali tende a diminuire, tramite tubi collocati sotto lo sfioratore, si svuota progressivamente anche la cassa di espansione. Il volume residuo d’acqua che resta nella cassa viene poi indirizzato, attraverso lo scarico di fondo presidiato da una paratoia, nello Scolo Prati.

L’area della cassa svolgerà anche una funzione ambientale, attraverso la realizzazione di un bosco igrofilo, ovvero di una biocenosi vegetale in grado di crescere vicino a corsi d’acqua, stagni o laghi. È previsto, inoltre, il ripopolamento dell’area con diverse specie faunistiche e, in futuro, la creazione di un percorso didattico-pedonale (sfalciato) che si snoderà lungo gli argini consentendo a cittadini e visitatori la fruizione di un’ampia area verde, un vero e proprio corridoio ecologico.