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Lunedì 23 giugno l’omaggio ai partigiani Stefano Piccinini e Giorgio Fontana, uccisi nel 1944

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Lunedì 23 giugno l’omaggio ai partigiani Stefano Piccinini e Giorgio Fontana, uccisi nel 1944Nella ricorrenza dell’Ottantesimo anniversario, lunedì 23 giugno alle 18.30 al Cippo di Stefano Piccinini, località Poggio del Bue a Levizzano di Baiso e alle ore 19.30 allo Stadio Comunale “Ricci” in Piazza Risorgimento 47, si terrà la duplice cerimonia di commemorazione della morte del partigiano Stefano “Nino” Piccinini di Sassuolo e del partigiano Giorgio “Geppo” Fontana di Castellarano.

La prima corona sarà posata alle ore 18.30 come di consueto dove sorge il cippo a Stefano Piccinini, presso il ponte del Carnione a Levizzano di Baiso (località Poggio del Bue), nel luogo in cui il giovane trovò la morte combattendo.

A seguire, intorno alle 19.30, nel luogo in cui sorge il monumento a lui dedicato presso lo Stadio Comunale”Ricci” di Sassuolo, le amministrazioni comunali di Castellarano e Sassuolo, di concerto con l’amministrazione di Baiso, poseranno una corona per il cittadino di Castellarano Giorgio “Geppo” Fontana, coinvolto nello stesso episodio di “Nino”, catturato, torturato e fucilato a Sassuolo.

Saranno presenti il Sindaco di Castellarano e Presidente della Provincia di Reggio, Il Sindaco di Sassuolo, il Sindaco di Baiso e/o Loro rappresentanze; responsabili di Anpi Baiso, Castellarano, Sassuolo, Fiorano e della Valle del Secchia. La cittadinanza tutta è invitata a partecipare.

Stefano e Giorgio erano due ragazzi saliti in montagna per non rispondere ai bandi della Repubblica di Salò, entrambi figli di genitori impegnati nella lotta al fascismo.

Stefano (“Nino”) era di Sassuolo, aveva 18 anni e frequentava la IV dell’Istituto tecnico comunale a Villa Segrè, fu ucciso dai tedeschi nell’estate del ‘44.

Giorgio (“Geppo”) era di Castellarano, aveva 19 anni, era serio e laborioso, aveva lavorato da garzone e a Roteglia lo conoscevano bene e agghiacciarono quando lo videro passare scalzo e legato al cofano del sidecar che lo portava al luogo di tortura a Palazzo Ducale a Sassuolo e poi alla fucilazione.

Sui fatti è stata lasciata una testimonianza diretta dal partigiano sassolese Vittorio Roncaglia, sopravvissuto miracolosamente, che era parte del manipolo di partigiani che si apprestavano a minare il Ponte del Carnione.

Le Amministrazioni comunali promotrici e le Associazioni combattentistiche invitano la cittadinanza a partecipare nel perenne ricordo dei giovani caduti.