Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale di Sassuolo, l’Amministrazione ha annunciato l’avvio di un progetto che da anni giaceva tra le promesse non mantenute: l’abbattimento dell’edificio abbandonato noto come “189”. Un intervento che nessuno, fino ad oggi, aveva avuto il coraggio o le competenze per realizzare. Finalmente si agisce concretamente per riqualificare un’area degradata della nostra città.
Questo risultato, però, sembra infastidire chi aveva fatto di quell’intervento un cavallo di battaglia elettorale, senza mai riuscire a concretizzarlo. E così, nel tentativo di distogliere l’attenzione dall’evidenza dei fatti, si ricorre a quelle che possiamo definire vere e proprie armi di distrazione di massa.
È stato strumentalizzato il progetto di trasferimento della Moschea cittadina in una sede più adeguata. Un’ipotesi nata, è bene ricordarlo, anche dalle stesse considerazioni espresse qualche anno fa da esponenti dell’attuale opposizione, quando erano alla guida della città. All’epoca dichiaravano che l’attuale sede non fosse più idonea ad accogliere il numero crescente di fedeli, non tanto per la funzione religiosa, quanto per motivi di capienza, sicurezza e convivenza civile. Oggi, con sorprendente incoerenza, attaccano l’amministrazione per aver dato seguito proprio a quelle stesse valutazioni, preferendo cavalcare paure e pregiudizi invece di contribuire a una soluzione responsabile.
Durante la seduta, si è purtroppo superato il limite del dibattito civile. Abbiamo ascoltato con sconcerto le parole di un consigliere di opposizione, che ha affermato – testualmente – che “tutti gli extracomunitari illegali sono terroristi”. Un’affermazione gravissima, inaccettabile, che generalizza e criminalizza persone sulla base della provenienza, offendendo i valori di convivenza, rispetto e umanità su cui si fonda la nostra Costituzione.
Inoltre, si è cercato di attaccare un consigliere di maggioranza per una frase pronunciata sottovoce ai propri vicini di banco, ma intercettata da un consigliere dell’opposizione a causa della ristrettezza dell’aula consiliare. La frase – “che banda di razzisti” – certamente criticabile, va però letta nel contesto teso e carico di ostilità in cui si è svolto il consiglio. Un clima reso difficile dagli interventi di alcuni cittadini presenti, che hanno espresso critiche verso l’amministrazione senza alcuna apertura al dialogo, arrivando ad accostare indistintamente i cittadini musulmani a soggetti non graditi alla comunità sassolese ed uscendo dall’aula dicendo “Sti negri di merda!”. È da questa atmosfera che nasce quella frase, espressione di frustrazione di fronte a un clima avvelenato, non certo di una posizione politica ufficiale o istituzionale.
Queste continue polemiche non fanno altro che mascherare l’incapacità dell’opposizione di affrontare un dibattito serio e costruttivo. Divisa nelle votazioni, priva di una linea condivisa, l’opposizione ha mostrato le proprie contraddizioni: dei tre ordini del giorno presentati, uno riguardava l’installazione delle casette “Ecosmarty” H24 – una decisione già definita da mesi e che all’epoca fu respinta proprio da quella stessa opposizione. L’ultimo ordine del giorno, invece, è stato addirittura ritirato perché presentava errori persino nei riferimenti normativi.
Noi andiamo avanti. Con determinazione, con il coraggio di assumere decisioni complesse, con la responsabilità di rappresentare tutti i cittadini. Chi preferisce alimentare le paure lo faccia pure: i sassolesi sapranno distinguere tra chi lavora ogni giorno per il bene della città e chi invece si rifugia nella propaganda.
Consiglieri del Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Lista Sassuolo Guarda Avanti e Lista Sassuolo City Lab