
Le principali situazioni di dissesto idrogeologico in Emilia-Romagna, a partire dalle frane più minacciose, in movimento e di grandi dimensioni, come quelle di Boccassuolo, nel modenese, e di Ca’ Lita, nel reggiano. Sono le realtà su cui già lavorano insieme, da tempo, attraverso specifiche convenzioni, la Regione (tramite l’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile) e le Università di Modena e Reggio Emilia e di Bologna, per garantire in modo sempre più efficace la tutela del territorio e di chi lo abita.
Ora questa collaborazione viene ulteriormente rinnovata. Con un accordo pluriennale, che si amplia e riguarderà anche altre situazioni ad alto rischio e con necessità di continuo monitoraggio, come la frana di Cà di Sotto, a San Benedetto Val di Sambro (BI), e quella della Rupe di San Leo, nel riminese.
Gli accordi pluriennali hanno durata fino al 2028 e vedono coinvolti il Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia (UniMORE) per le aree dell’Emilia centro-occidentale, e il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna per le zone afferenti al bacino del fiume Reno e la Romagna. I due Atenei assicurano all’Agenzia un supporto tecnico-scientifico mirato al miglioramento delle capacità di previsione, prevenzione, gestione del rischio idrogeologico e alla predisposizione di misure organizzative per rendere più efficace la pianificazione di protezione civile e la gestione delle situazioni di crisi. La valutazione delle possibili evoluzioni dei dissesti è fondamentale per attuare le migliori azioni di mitigazione del rischio.
I temi oggetto dell’intesa spaziano dalle valutazioni del rischio da frana, residuo e in corso d’emergenza, con l’ausilio di metodi, tecniche e tecnologie innovative e integrate (dati satellitari, droni, analisi delle condizioni di saturazione dei suoli, e così via) ai sopralluoghi e rilievi sul posto, dall’implementazione di sistemi di monitoraggio (anche automatico) sul posto al supporto al miglioramento della pianificazione comunale di protezione civile e l’individuazione di misure di mitigazione del rischio da frana a servizio delle autorità locali. Sono oggetto di collaborazione tra gli enti anche il supporto alla predisposizione di progetti speciali (compresi quelli finanziati dal Pnrr) e lo sviluppo di procedure d’analisi per realizzare un sistema di monitoraggio integrato delle frane a scala regionale. È poi prevista un’idonea formazione del personale dell’Agenzia e uno specifico supporto alla comunicazione del rischio ai fini della gestione dei fenomeni.