“L’Amministrazione si è impegnata a limitare per quanto possibile gli oneri previsti per le attività su area pubblica e garantire massima flessibilità sulle tempistiche degli interventi”.
Con queste parole l’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Sassuolo Maria Raffaella Pennacchia risponde alle dichiarazioni di Luca Volpari facendo chiarezza sui lavori in corso lungo il rio San Marco.
“Siamo consapevoli dei disagi che inevitabilmente ricadono sugli utenti – prosegue l’Assessore – e per questo abbiamo illustrato il progetto durante l’incontro di quartiere del 27 maggio e abbiamo organizzato due incontri: il 25 giugno, cioè pochissimi giorni dopo l’approvazione del progetto, e il 14 luglio: il primo aperto a tutta la zona interessata dai lavori per l’illustrazione del progetto, il secondo specifico per i cittadini interessati dalle modifiche degli scarichi della propria abitazione. Non è quindi mancato l’ascolto da parte dell’Amministrazione comunale e nemmeno la disponibilità del Comune, manifestata anche durante l’incontro. Purtroppo, però, le valutazioni dei casi specifici non possono essere a carico dell’amministrazione pubblica e parallelamente non si può posticipare un intervento necessario per sanare una situazione che causa gravi danni a molti cittadini”.
L’intervento sul Rio San Marco, infatti, consentirà di superare una rilevante criticità che periodicamente si ripresenta nell’area sotto forma di esondazioni con importanti danni e disagi per la cittadinanza. Sarà deviato il corso del rio, tutelando le abitazioni dei frontisti e conducendo in sicurezza le acque bianche fino alla loro naturale confluenza nel canale di Modena.
Un investimento finanziato da fondi PNRR, così come individuato dalla Regione Emilia Romagna, di cui Hera è soggetto esecutore come attività collaterale alla gestione del Servizio Idrico Integrato.
Per intercettare quei fondi erano previste tempistiche stingenti: l’approvazione del progetto entro la fine di giugno 2025 e la sua realizzazione entro giugno 2026.
In casi come questo, la regolazione di settore impone la separazione delle acque nere. Andando a segregare le acque bianche in una condotta dedicata, nel tratto interessato non poteva che essere posata contestualmente una condotta per le sole acque nere.
Un regolamento che impone la separazione anche all’utenza nel momento in cui il servizio pubblico la rende disponibile. I benefici sono molteplici: i più evidenti sono di carattere ambientale, dal momento che si eliminano possibili inquinamenti dai corsi d’acqua.