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Aree interne, quattrocento nuovi posti di lavoro, potenziamento dei collegamenti, sviluppo di comunità energetiche

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Aree interne, quattrocento nuovi posti di lavoro, potenziamento dei collegamenti, sviluppo di comunità energeticheQuattrocento nuovi posti di lavoro grazie all’ampliamento delle serre idroponiche a San Giovanni di Ostellato (Fe), acquisto delle aree dell’ex zuccherificio di Comacchio, con successivi recuperi e riconversioni d’uso degli immobili. E ancora, realizzazione di un centro turistico ricreativo d’eccellenza a impatto zero a Portomaggiore e attivazione di politiche di welfare territoriale per contrastare lo spopolamento attraverso il potenziamento della mobilità tra i comuni limitrofi, il recupero edilizio per favorire l’insediamento di nuovi nuclei familiari e lo sviluppo delle comunità energetiche.

Sono questi gli elementi principali del nuovo Progetto di sviluppo territoriale del Basso Ferrarese, che da una parte vede l’azienda Fri-el Green House – attiva nel ferrarese nel settore delle serre idroponiche e della produzione di energia da fonti rinnovabili – e, dall’altra, i Comuni interessati dai progetti di sviluppo dell’azienda, cioè Ostellato, Portomaggiore e Comacchio, unitamente a S.i.Pro., l’Agenzia provinciale per lo Sviluppo territoriale e la Regione Emilia-Romagna.

“Siamo di fronte a un modello di sviluppo territoriale integrato e replicabile, fondato sull’integrazione tra lavoro, innovazione, sostenibilità e inclusione sociale – commenta il vicepresidente della Regione con delega allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla -. Un progetto e un modello istituzionale sperimentale ambizioso, i cui obiettivi sono delle vere e proprie leve di sviluppo per l’intero sistema territoriale ferrarese. Come Regione daremo massimo sostegno all’attuazione del piano attraverso gli strumenti a nostra disposizione, in raccordo costante con le amministrazioni locali e l’impresa, condividendo ogni passaggio di questo percorso di interesse pubblico-privato”.

“Con questo progetto vogliamo ridare slancio a un’area che merita maggiore attenzione e valorizzazione, dimostrando che innovazione, sostenibilità e inclusione possano diventare leve concrete di sviluppo – dichiara Florian Gostner, CEO di Fri-El Green House e aggiunge – abbiamo scelto di investire nel Basso Ferrarese perché crediamo profondamente nel suo potenziale: nella forza del lavoro, nella ricchezza ambientale e culturale, nella possibilità di costruire un modello di rigenerazione territoriale replicabile anche altrove. Fri-el Green House ha sempre adottato un approccio integrato tra impresa e comunità. L’ampliamento delle nostre serre, il recupero di aree industriali dismesse, il centro turistico sostenibile ai Due Laghi, le politiche per la casa e la mobilità: ogni intervento è pensato per generare valore condiviso, lavoro qualificato e nuove opportunità per chi vive e vivrà questo territorio. Siamo orgogliosi di lavorare fianco a fianco con le istituzioni locali e regionali per costruire insieme un futuro concreto, sostenibile e inclusivo per il Basso Ferrarese.”

Il Progetto

Nello specifico, il Progetto di sviluppo territoriale prevede l’ampliamento delle serre idroponiche di Fri-el a San Giovanni di Ostellato, uno stabilimento che oggi conta circa 600 dipendenti, allestendo altri 30 ettari di serre, arrivando a una dimensione che per la gestione richiederà nuovi 400 posti di lavoro. Nelle serre è anche in previsione la realizzazione di un impianto geotermico per l’immissione di energia termica, da fonte rinnovabile, nel processo produttivo, un’innovazione che permetterà di coprire l’intero fabbisogno termico delle serre durante l’anno, immagazzinando calore nei mesi estivi che andrà successivamente a coprire i picchi di richiesta invernali, garantendo una riduzione di circa 30mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica all’anno.

Fri-el, inoltre, ha di recente stipulato con S.i.pro – Agenzia Provinciale per lo Sviluppo territoriale, una opzione per l’acquisto dell’area dell’ex zuccherificio di Comacchio, un complesso su cui sono previsti la costruzione di un nuovo impianto fotovoltaico per la produzione di 24 Megawatt e la riqualificazione e recupero di costruzioni fatiscenti da destinare ad attività di servizio e a uso pubblico, tra cui anche un parco pubblico attrezzato.

Ulteriore obiettivo di Fri-el, sulla base del modello applicato per l’ex zuccherificio, è la ricerca e la riqualificazione di aree dismesse sul territorio del Basso Ferrarese, per installare impianti fotovoltaici e creare nuovi spazi utilizzabili ridando vita a aree inutilizzate da decenni. Tra queste potrebbe rientrare l’area dismessa di proprietà di Conserve Italia nel Comune di Portomaggiore, sulla cui acquisizione è in corso un’interlocuzione.

Per ciò che riguarda il settore turistico, il Progetto di sviluppo prevede una serie di interventi anche allo storico complesso agrituristico “Ai Due Laghi”, acquisito già da tempo da Fri-el, per farne un centro turistico ricreativo di eccellenza a impatto zero. Si tratta di un progetto importante per introdurre nel territorio un nuovo modello di ospitalità diverso da quello agrituristico tradizionale. Il progetto prevede la realizzazione di nuove strutture a basso impatto ambientale come case sull’albero e glamping: una forma di campeggio che unisce il contatto con la natura al comfort offrendo la possibilità di soggiornare in tende già allestite e dotate di servizi confortevoli. Più in generale, si prevede un innalzamento importante della qualità dei servizi offerti, fra cui una parte sportiva, con palestra, padel e centro wellness-spa che sarà accessibile anche agli abitanti della zona.

Per contrastare il calo di popolazione e l’elevato tasso di invecchiamento, entrambi elementi che concorrono a rendere difficile il reperimento di manodopera locale, il gruppo Fri-el si è reso disponibile a sperimentare politiche di welfare territoriale su iniziative specifiche, tra cui la mobilità – potenziando il servizio di collegamento tra i centri urbani e il sito produttivo di Fri-el Green House e l’area industriale di Ostellato – e la casa, favorendo il recupero edilizio di contesti urbani rurali in abbandono e insediamento di nuovi nuclei familiari per poter così contare su nuova occupazione. Non solo, sul piano della residenzialità è prevista anche una parte di mediazione linguistica e culturale per favorire la piena integrazione della manodopera straniera.

A questo si aggiunge infine la possibilità di sviluppare localmente le cosiddette “green community”, comunità energetiche in collaborazione tra pubblico e privato, che possono rappresentare un elemento di ammodernamento delle aree interne, invertendo la rotta dello spopolamento e rendere nuovamente attrattive le aree più fragili.