“La pausa estiva è servita ancora una volta a far ripartire il dibattito sul superamento del collegamento ferroviario Modena-Sassuolo. Una discussione che avviene anche questa volta durante la chiusura della linea per i ripetuti e necessari adeguamenti tecnologici dell’infrastruttura. Adeguamenti non indolori che, come quelli precedenti, privano del servizio migliaia di utenti (la linea è stata chiusa per 22 mesi in 4 anni) e non favoriscono di certo incrementi di utenza per un servizio diventato inaffidabile. Un aspetto che pare non interessare molto, con una diffusa sottovalutazione degli effetti negativi prodotti dai bus, sostitutivi dei treni, che vanno ad aggiungersi ad un traffico stradale già congestionato. La consultazione dei “quadri orario” di questi anni dimostra poi che i disagi subiti dagli utenti del servizio ferroviario non hanno prodotto alcun beneficio sui tempi di percorrenza dell’intera tratta”. Così Federconsumatori Modena e Federconsumatori Emilia Romagna
“La critica principale all’attuale Modena-Sassuolo portata avanti dal sindaco di Modena si basa sulla considerazione che l’attuale sistema non porta alcun beneficio al trasporto urbano della città. Un’affermazione in contrasto però con gli ultimi dati diffusi dalla Regione Emilia Romagna, committente del servizio, dai quali si evince che le quattro stazioni dell’area urbana di Modena, in particolare le due strutture ospedaliere di Baggiovara e del Policlinico, sono interessate dagli accessi in salita e discesa ai treni da una media di 1.150 utenti per ogni giorno feriale.
Un servizio certo da migliorare, ma che riesce ancora a contrastare il predominio del mezzo privato trasportando ogni giorno feriale 4.000 passeggeri sull’intera tratta Modena-Sassuolo.
La discussione in corso ha avuto il pregio di evidenziare le diverse esigenze espresse dai centri urbani che gravitano sul percorso, tra i quali andrà trovata una sintesi per mantenere attivo un irrinunciabile collegamento ferroviario. Un dibattito che non ha ancora visto un’espressione da parte della Regione, che certo non mancherà in futuro, a partire dalla fattibilità dell’ipotesi tramvia”.
“Federconsumatori – aggiungono – ha indicato da tempo i limiti strutturali dell’attuale collegamento ferroviario, da superare al più presto per esprimere appieno le reali potenzialità del sistema, non certo la sua chiusura. L’intera tratta Modena-Sassuolo (19 km) è percorsa dai treni mediamente in 38 minuti, un tempo superiore a quanto impiega un mezzo stradale nelle ore di punta. Evidente la necessità di intervenire rapidamente sui limiti strutturali della linea, con una programmazione studiata del numero di fermate, un aspetto che incide direttamente sul tempo di percorrenza. Mantenere questo status non fa che alimentare facili proteste e giustificare ancora una volta la scelta di utilizzare il mezzo privato.
Contrariamente a quanto affermato in questi giorni, i tempi di percorrenza della tratta ferroviaria non sono condizionati dal numero (ancora troppo alto) di passaggi a livello, i quali però producono gravi disagi agli utenti stradali. Un problema che non verrebbe annullato con l’annunciata tranvia: semplicemente gli automobilisti anziché fermi davanti alle barriere del passaggio a livello, sarebbero fermi davanti ad un semaforo stradale. Per una vera risposta al problema è necessario il superamento degli attraversamenti “a raso”, una soluzione comunque necessaria e costosa e dai tempi di realizzazione non brevi.
Federconsumatori ritiene necessario riportare la discussione nell’ambito di un confronto tra le diverse amministrazioni interessate e tra queste e le rappresentanze dei cittadini e utenti su progetti e proposte di modifica del servizio ferroviario. Oggi – concludono Federconsumatori Provinciale di Modena e Giuseppe Poli Responsabile trasporti Federconsumatori Emilia Romagna – per la Modena-Sassuolo come per tutte le tratte regionali, la totalità dei costi del trasporto ferroviario sono sostenuti dalla Regione che ha commissionato il servizio a Trenitalia Tper. Proporre soluzioni diverse come l’ipotizzata tranvia introduce prima di tutto interrogativi sulla sostenibilità dei costi per la sua realizzazione: dall’adeguamento dell’infrastruttura, all’acquisto di mezzi, alle dotazioni di personale, alla sua gestione giornaliera, alle tariffe che dovranno pagare gli utenti. Una serie di passaggi completamente ignorati dal dibattito in corso e che non tengono in alcun conto delle difficoltà economiche e gestionali del trasporto pubblico, ancora in sofferenza per carenze di personale”.