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Fotovoltaico e agrivoltaico, dopo la sentenza del Tar del Lazio che ha sospeso i provvedimenti regionali sulle aree idonee aumentano le richieste di nuovi impianti

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Fotovoltaico e agrivoltaico, dopo la sentenza del Tar del Lazio che ha sospeso i provvedimenti regionali sulle aree idonee aumentano le richieste di nuovi impianti
immagine di repertorio

Un provvedimento legislativo che definisca criteri nazionali chiari e omogenei per l’installazione di impianti fotovoltaici e agrivoltaici e che al tempo stesso tuteli il suolo agricolo, la produttività e la qualità delle coltivazioni, salvaguardando la produzione agroalimentare e il lavoro delle imprese.

La richiesta arriva dalla Regione dopo la sentenza del Tar del Lazio che, lo scorso maggio, ha sospeso i provvedimenti regionali sulle aree idonee previsti dal decreto ministeriale 21 giugno 2024, compreso quello dell’Emilia-Romagna.

L’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, ha scritto al Governo sollecitando un intervento legislativo urgente per modificare le norme in vigore e definire in modo puntuale cosa si intenda per agrivoltaico. Parallelamente, ha chiesto, nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, di avviare un confronto tra tutte le Regioni italiane per arrivare a soluzioni condivise e omogenee sul territorio nazionale.

Dopo la decisione del Tar le amministrazioni locali hanno registrato un aumento delle richieste di realizzazione di impianti fotovoltaici e agrivoltaici, anche di grandi dimensioni. Con il rischio, in mancanza di regole nazionali omogenee, che si determini un’ulteriore accelerazione dei procedimenti, con conseguenze dirette sul consumo di suolo agricolo, la produzione alimentare e sul paesaggio. La sentenza stabilisce infatti che spetta al ministero adottare, entro 60 giorni, un provvedimento con criteri omogenei e che, solo una volta definiti, le Regioni dovranno adeguare o adottare la propria normativa.

“Il tema non è certo la produzione di energia da fonti rinnovabili, che riteniamo strategica per il futuro del Paese– sottolinea Mammi– ma la mancanza di regole chiare. Senza un quadro normativo nazionale ben definito rischiamo di compromettere la produttività agricola e la competitività delle nostre imprese. Non possiamo permettere che decine di migliaia di ettari vengano sottratti alle coltivazioni, con danni irreversibili al paesaggio e alla qualità delle nostre produzioni, in un territorio che ha ben 44 Dop e Igp”.

Secondo le stime della Regione, solo le fasce considerate idonee lungo le autostrade – 300 metri da entrambi i lati – potrebbero comportare la perdita potenziale di circa 15mila ettari coltivabili. Se si aggiungono le aree industriali, con un raggio di 500 metri, molto diffuse in Emilia-Romagna, il rischio è di arrivare a decine di migliaia di ettari sottratti all’agricoltura.

Un ulteriore elemento riguarda la possibilità di installare, anche in aree agricole di pregio, impianti definiti agrivoltaici che in realtà non risultano compatibili con un’agricoltura di qualità e produttiva. In questo ambito mancano criteri puntuali che definiscano tipologie di impianti capaci di coniugare la produzione di energia con la salvaguardia dell’attività agricola e che consentano al tempo stesso di prevenire possibili fenomeni speculativi. Tra le proposte presentate figurano inoltre progetti di grandi dimensioni, nei quali il ruolo dell’azienda agricola risulta marginale o assente.

“Dobbiamo tenere insieme l’aumento della produzione di energie rinnovabili con la salvaguardia del terreno fertile e di qualità destinato alle produzioni di cibo- puntualizza Mammi-. Per l’installazione di impianti fotovoltaici possiamo utilizzare decine di migliaia di ettari di parcheggi, tetti, aree industriali, ex cave e aree dismesse. Con una forte regia è possibile incrementare la produzione di energia solare raggiungendo gli obiettivi fissati, senza compromettere paesaggio e produttività agricola”.

“Le Regioni e i Comuni- prosegue l’assessore- devono essere pienamente coinvolti nella definizione delle aree e nei procedimenti autorizzativi. Siamo tutti consapevoli e convinti di quanto sia strategico per il Paese l’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili, ma non possiamo permetterci di aumentare il consumo di suolo agricolo né di mettere a rischio la produzione di cibo. Servono regole chiare- conclude-. La Regione Emilia-Romagna è al fianco delle amministrazioni locali che si trovano ad affrontare situazioni complesse e delicate da gestire”.