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Un algoritmo di supercalcolo per contrastare la povertà

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Un algoritmo di supercalcolo per contrastare la povertàStudiare le nuove forme di povertà dei territori dell’Emilia-Romagna e simularne le potenziali risposte regionali incrociando dati di diversa natura, non reddituali, calcolandone la sostenibilità finanziaria per le casse regionali. Tutto questo grazie ad un gemello digitale della popolazione emiliano-romagnola ‘Amartya’, interamente pubblico.

È questo l’obbiettivo dell’assessorato all’Agenda digitale e al Contrasto alle povertà guidato da Elena Mazzoni, che vedrà lavorare sinergicamente il settore politiche sociali regionale, il settore innovazione digitale e il Dipartimento di Economia ‘Marco Biagi’ dell’Università degli Studi di Modena e Reggio.
Una partnership che dunque fornirà alla Regione un quadro analitico delle povertà, non solo in termini economici, ma anche nelle sue dimensioni sociali, demografiche e territoriali.

“Disporre di dati che riflettono davvero la realtà quotidiana dei cittadini è essenziale per individuare gli interventi necessari partendo dalle urgenze e definendo priorità precise- ha dichiarato l’assessora Mazzoni-. Oltre alla descrizione dei principali cambiamenti del fenomeno delle povertà negli ultimi anni questo progetto punta a individuare i fattori che maggiormente contribuiscono a determinare il disagio economico delle famiglie e dei singoli individui, tra cui le condizioni lavorative dei componenti familiari, le condizioni abitative della famiglia, l’incidenza delle spese per trasporti, per i generi alimentari, per l’energia, ecc. L’analisi dei profili di povertà, così come l’abbiamo, sarà quindi un elemento utile allo studio e alla valutazione di fattibilità di misure a contrasto della povertà già attuate dalla Regione Emilia-Romagna, ma anche per progettare nuove soluzioni”.

Amartya, operativo dal 2023, è stato acquisito grazie al lavoro della Direzione Generale Risorse, Europa e Innovazione, si appoggia su Margherita, la ‘Bigdata platform’ di Regione Emilia-Romagna finanziata coi fondi di coesione europei, per un investimento di 3,5 milioni di euro. Finora impiegato in settori come ambiente, trasporti e pianificazione territoriale, il sistema viene ora applicato al welfare, con l’obiettivo di comprendere i meccanismi che rischiano di spingere famiglie e individui verso la povertà.

Il progetto avrà una durata complessiva di 20 mesi. I primi risultati e le prime sperimentazioni potrebbero però arrivare già entro la fine dell’anno.