Un imprenditore di 36 anni, Donato Sinisi, affetto da gravissima obesità patologica, è morto sabato scorso dopo un intervento chirurgico che avrebbe dovuto favorire il dimagrimento, svoltosi in mattina nell’ospedale Santa Maria nuova di Reggio Emilia.
Per chiarire esattamente le cause del decesso, si tiene in giornata l’autopsia disposta dall’autorità giudiziaria, mentre domani è prevista quella richiesta dalla famiglia Sinisi per individuare eventuali responsabilità. L’uomo, originario di Potenza, abitava a Bibbiano, nel Reggiano, aveva due figli e gestiva una stazione di servizio a Villa Cella.
In relazione al decesso l’Arcispedale Santa Maria Nuova fornisce le seguenti precisazioni:
1. l’indicazione chirurgica al trattamento della patologia era derivata dal precedente fallimento di tutti gli approcci non chirurgici ed era stata condivisa dallo specialista endocrinologo;
2. nelle giornate antecedenti l’intervento, il paziente è stato sottoposto a tutti gli approfondimenti specialistici e strumentali, finalizzati ad orientare l’equipe chirurgica ed anestesiologica nella gestione pre, intra e post-operatoria del caso, in conformità ai protocolli previsti dalla Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità. Anche le strategie di profilassi (antibiotica ed antitromboembolica) erano state correttamente previste ed eseguite, così come pure era stato acquisito il consenso del paziente alla tipologia dell’intervento chirurgico proposto;
3. l’intervento non ha presentato complicanze tecniche ed anche la fase di risveglio del paziente si è svolta senza ostacoli;
4. l’arresto cardiorespiratorio (irreversibile, nonostante l’immediato intervento di anestesisti, rianimatori e cardiologi) si è manifestato in modo improvviso ed imprevedibile, senza alcun segno o sintomo premonitore.
Per quanto attiene alla competenza dei chirurghi del S. Maria Nuova nella specifica disciplina (chirurgia dell’obesità), si precisa che solo nel 2008 sono stati effettuati ben 84 interventi, fra “diversioni bilio-pancreatiche a cielo aperto”, “by-pass gastrici” ed interventi restrittivi in laparoscopia: si tratta di una casistica assai rilevante, che pone il S.Maria Nuova fra i Centri di riferimento nazionali. Ne è dimostrazione la rilevante affluenza presso la nostra Struttura di pazienti provenienti da altre province e regioni.
Da quando l’attività è iniziata (1993), non si è mai verificato un caso di decesso del paziente nell’immediato post-operatorio: le verifiche interne immediatamente promosse ed effettuate dalla
Direzione aziendale, allo stato attuale fanno ipotizzare (in attesa, comunque, degli esiti dell’autopsia disposta dall’Autorità Giudiziaria), una causa riconducibile al rischio generico per interventi di questo tipo, che, stante la tipologia dei pazienti, è comunque sempre assai elevato. Si tratta, infatti di pazienti, con indice di massa corporea maggiore di 40 kg/mq (valore normale inferiore a 25), di solito affetti da condizioni correlate, quali: insufficienza cardio-respiratoria, ipertensione, scompenso cardiaco, ipercolesterolemia e dismetabolismi, tali da renderne la gestione intraoperatoria particolarmente complessa.
Dati molto recenti di letteratura, evidenziano, nel periodo 1997/2007, dati di mortalità perioperatoria (entro 90 giorni dall’intervento) di pazienti operati per obesità patologica, nell’ordine dello 0,25% (5 pazienti su 2010: Studio SOS).
La Direzione Generale esprime il più vivo cordoglio ai familiari, assicurando fin d’ora la massima trasparenza e la più ampia disponibilità a supportare le indagini della Magistratura, e confermando, al tempo stesso, la propria fiducia nell’operato dei suoi professionisti.