In Italia la ricchezza delle famiglie, fortemente legata alle attività reali e in particolare al patrimonio immobiliare, è tornata a crescere nel 2009 raggiungendo il massimo storico di 9.480 Miliardi di Euro, dopo il declino registrato nel 2008 (e una crescita media annua 2003-2009 del 4,5%). E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Permanente sulla gestione del risparmio delle famiglie europeee denominato Orfeo.
I dati dell’Osservatorio lanciato otto mesi da da PricewaterhouseCoopers e dall’Università di Parma, presentati oggi, indicano anche che il peso delle attività finanziarie nel portafoglio delle famiglie italiane, è invece calato del 5%, (passando dal 42% del 2003 al 37% del 2009), attestandosi a 3.480 miliardi di Euro. Questa ricchezza e’ stata suddivisa per il 27% in prodotti di risparmio gestito e per il 73% in risparmio amministrato e circolante.
I risultati dell’Osservatorio, curato da Giacomo Neri partner di PwC Advisory e dal professore Gino Gandolfi dell’Università di Parma, sono stati presentati a Parma nel corso di una tavola rotonda su “Il risparmio delle famiglie italiane: una risorsa strategica per il Paese e le opportunita’ dello scudo fiscale”. L’Italia – è emerso dai lavori – presenta un livello di ricchezza finanziaria, in proporzione al valore delle attivita’ produttive, relativamente elevato e pari a circa tre volte il PIL, superiore in Europa a grandi economie quali Francia, Germania e Spagna.
Nel 2009 il settore del risparmio gestito, secondo quanto emerge dai dati di ‘Orfeo’, rappresenta un valore del patrimonio promosso pari a 1.466 miliardi di Euro, per il 35% riconducibile alla clientela istituzionale e per il 65% a quella private e retail. L’evoluzione storica del settore evidenzia dopo un biennio di significativa riduzione del patrimonio gestito un’inversione di tendenza nel corso del 2009 con un incremento del 16%. Si prevede per il 2011 il ritorno a i livelli di picco del 2006.
Tra il 2005 ed il 2011 si evidenzia un calo delle gestioni collettive e individuali, che subiscono una sensibile riduzione del valore complessivo, dal 61% al 49%, ed un incremento della componente assicurativa, passata dal 39% al 51%. L’analisi conferma inoltre il modello ‘banco-centrico’ della realta’ italiana del risparmio gestito. Il canale bancario, anche se in marginale calo, prevale nella distribuzione dei prodotti di risparmio gestito (nel 2008 quasi il 70% delle masse promosse e’ stato intermediato attraverso sportelli bancari). Tra il 2005 ed il 2008 la quota percentuale riferita al canale bancario e’ diminuita a favore di altri canali quali gli agenti/broker assicurativi, le reti di promotori e consulenti indipendenti e i canali alternativi (Poste Italiane).
In Italia nel 2009 la ricchezza dei ‘paperoni’ o HNWI (High Net Worth Individuals) è aumentata del 19%, raggiungendo circa 882 miliardi di Euro suddivisi tra 640 mila famiglie. Tale incremento è in parte riconducibile all’effetto performance (+7,3%) e in parte allo scudo fiscale che, con i suoi 85 miliardi di Euro rimpatriati (il 60% circa provenienti dalla Svizzera), appare come una significativa opportunita’ di rilancio per il settore del risparmio gestito. Più della metà dei capitali scudati e’ infatti attualmente detenuta in liquidità e nei prossimi mesi – dicono gli analisti – verranno veicolati verso prodotti di risparmio gestito. Sulla scia dello scudo e del conseguente ampliamento della base cliente (da 586 mila a 640 mila famiglie) e delle masse (con il portafoglio medio che passa da 1,26 a 1,38 milioni), si stima un aumento di redditivita’ del segmento (+1,2 miliardi di Euro di ricavi e un +0,4 degli utili).