Ormai siamo abituati a tutto, ma è davvero straordinario che Enrico Aimi accusi Antonio Di Pietro di istigazione a delinquere contro Berlusconi, mettendo insieme una frase detta nel comizio modenese dal leader dell’Idv, con il souvenir del duomo lanciato in faccia al primo ministro e una frase scritta da un giovane su Facebook.Non può permettersi simili parole perché l’Italia dei Valori e i suoi esponenti rispettano le leggi e hanno sempre rispettato il ruolo istituzionale di Berlusconi, a differenza del partito di Aimi e dei suoi alleati, abituati a farsi le leggi su misura e a cambiare le regole del gioco durante la partita.
Non si è ancora spenta l’eco della frase pronunciata da un ministro alla Difesa, Ignazio La Russa, di “essere pronto a tutto per far partecipare i candidati di destra al voto!” e Aimi finge d’indignarsi per le parole di Di Pietro? In realtà il discorso di Di Pietro non gli è piaciuto perché ha messo allo scoperto l’inconsistenza e l’arroganza del governo e lo ha giustamente accusato di minare i diritti dei lavoratori con la riforma dell’articolo 18.
Il centrodestra è in difficoltà, sta perdendo credibilità, non ha proposte per rappresentare un’alternativa credibile in regione, i consensi sono in calo e allora urla sempre più forte. In qualità di coordinatore provinciale dell’Idv sono molto soddisfatto dell’esito della manifestazione di sabato scorso e garantisco ad Aimi che i tanti presenti erano cittadini elettori, non facinorosi esagitati. Non è in casa Idv che deve cercare i violenti.