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Scuola Cà Bianca: il Consiglio di Stato accoglie il ricorso del Comune di Reggio

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Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Reggio Emilia, rappresentato dal legale interno avvocato Santo Gnoni, contro l’estromissione dell’Amministrazione locale dalla gara per il finanziamento di opere di riqualificazione della scuola Cà Bianca a causa di presunte irregolarità procedurali. Il giudice amministrativo di secondo grado ha infatti riconosciuto che, come già sostenuto dal Comune di Reggio nel ricorso presentato al Tar, non sussistono vizi di forma nella presentazione dei documenti necessari per la partecipazione al banco di gara, in particolare rispetto alla presentazione di perizia giurata.

La sentenza del Consiglio di Stato permetterà quindi ora la riammissione del Comune di Reggio alla selezione per il finanziamento di 350 mila euro per la realizzazione di opere alla scuola di Cà Bianca atte a migliorare le condizioni del plesso scolastico sotto il profilo della sicurezza e dell’igiene. Si tratta di un finanziamento che l’Amministrazione comunale potrà ottenere con buona probabilità poiché il progetto presentato aveva ottenuto un elevato punteggio ed era stato inserito tra i primi posti della classifica dei possibili beneficiari.

L’Inail, promotore della gara per la concessione del finanziamento, aveva infatti estromesso il Comune di Reggio dalla selezione, sostenendo che la documentazione era priva dell’esplicita dichiarazione di “corrispondenza al vero” dei materiali presentati dal funzionario comunale incaricato. Ma, come già sostenuto dal Comune, la dichiarazione presentata è da intendersi come resa “in pubblica fede”, e quindi corrispondente al vero, in virtù del fatto che il tecnico comunale ha giurato in precedenza, come dipendente della Pubblica amministrazione, di adempiere fedelmente al proprio dovere. Oltretutto, ha riconosciuto il Consiglio di Stato, poiché la documentazione inoltrata era completa, tale situazione può essere regolarizzata in seguito alla scadenza del bando, senza che sia compromessa la partecipazione alla procedura di gara.

La sentenza esclude quindi qualsiasi responsabilità per il funzionario comunale responsabile del procedimento e conferma le affermazioni dell’assessore comunale ai Lavori pubblici Paolo Gandolfi che, rispondendo una interpellanza presentata dal consigliere Matteo Iotti (Lega nord) che chiedeva l’avvio di un’indagine interna al Comune per risalire ai responsabili del presunto errore, aveva sostenuto che “non è necessario individuare alcun errore né responsabilità all’interno dell’Amministrazione poiché la questione è di carattere essenzialmente giuridico e, più precisamente, attiene ad un ‘principio di diritto’”.