“Piccoli: quattro milioni di piccole aziende, otto milioni di partite Iva rappresentano per un Paese un patrimonio vitale. Ma se questi signori, da quando aprono bottega fino a sera, hanno la sensazione di lavorare “contro”, c’è qualcosa che non va. La crisi ha reso più corta la coperta e ha lasciato senza voce non solo precari e disoccupati, ma anche artigiani, piccoli commercianti, partite Iva e professionisti. I Piccoli credono nella libera impresa e nel lavoro autonomo, non disdegnano il mercato e lo considerano meglio della politica, odiano le tasse e la burocrazia, lo Stato-imprenditore e le oligarchie industriali. Sono la pancia del Paese, ne esprimono gli umori, le paure, gli slanci. Non hanno riti da onorare, linguaggi da tenere in vita, Pantheon da riempire. E anche per questo le élite e la cultura li escludono sistematicamente dalla rappresentazione del Paese. Per loro sono e restano degli Invisibili”.
Inizia così PICCOLI. LA PANCIA DEL PAESE, il libro scritto da Dario Di Vico e dedicato appunto a quella fascia produttiva dell’Italia che, piaccia o no, produce il 60% del valore aggiunto nazionale, assorbe l’80% degli occupati privati, esprime quasi il 95% delle aziende italiane. Piccoli che, nonostante questi numeri, vengono corteggiati dalla politica, ma tartassati dall’economia.
Proprio per parlare dei problemi dei piccoli, anche alla luce della nascita di Rete Imprese Italia, l’aggregazione delle Pmi costituitasi nei giorni scorsi a livello nazionale tra le maggiori associazioni di rappresentanza di questo mondo, domani sera – martedì 11 maggio, alle 20.45 – Dario Di Vico sarà presso la sede provinciale di CNA, a Modena, in via Malavolti, 27.
Un’occasione per parlare non solo del libro scritto dal giornalista del Corsera, ma anche per cercare di fare il punto sulla situazione economica, sulle possibili evoluzioni sociali e politiche dello scoramento, della rabbia, della voglia di reagire che sta vivendo appunto la “pancia” del Paese.
La serata è aperta al pubblico.
DARIO DI VICO scrive per il Corriere della Sera dal 1989, occupandosi di economia e politica, dapprima come inviato, poi come vicedirettore, ruolo occupato sino ad un anno fa. Dall’aprile 2009 segue da vicino i temi dell’economia, in particolare quelli legati appunto alla piccola impresa.