Il Piano strutturale comunale (Psc) di Ozzano è al centro di un’interrogazione presentata in Regione da Galeazzo Bignami (PdL). Il consigliere segnala che mentre nella “versione” del Psc adottata dalla Giunta comunale di Ozzano il 22 maggio 2008 (delibera 29 e 30), alcuni terreni “risultavano catalogati come Ambito agricolo di rilievo”, nel Psc approvato dal Consiglio comunale quasi un anno dopo (delibera n. 10 del 19.03.2009) i terreni venivano ricompresi nella perimetrazione dell’Ambito urbano consolidato (Auc). “In conseguenza della inopinata e non controdedotta modifica” – sottolinea Bignami – il Piano operativo comunale attribuisce all’area in questione una superficie edificabile pari a 3190 metri quadri su un lotto di estensione di mq 12.124. L’indice di edificabilità che ne consegue (0,26 mq/mq) – osserva il consigliere – “risulta assai elevato, soprattutto se si considera che si realizza su un lotto precedentemente soggetto a una pregressa tutela ambientale”.
A ciò si aggiunge la “mancata utilizzazione della perequazione urbanistica”. Bignami sostiene infatti che in base alle disposizioni vigenti in materia il comune avrebbe diritto ad ottenere una superficie che va che da un minimo di 0,07% ad un massimo dello 0,10% dell’edificato. Tuttavia secondo il Comune di Ozzano la ricomprensione dell’area nell’Auc escluderebbe l’applicabilità dell’istituto perequativo.
Bignami chiede quindi alla Giunta regionale se ritiene che nella situazione richiamata siano stati salvaguardati i principi generali di tutela del territorio affermati nella l.r. 20/2000, oltre che in numerose disposizioni normative di livello regionale, e se non ritenga opportuno informare della vicenda la Provincia, attributaria delle funzioni spettanti in materia urbanistica alla Regione.
L’esponente del pdl sollecita poi l’esecutivo regionale a richiamare il Comune di Ozzano “ad un più attento sfruttamento del territorio” e vuole anche sapere se “la repentina e inopinata ricomprensione del citato lotto (precedentemente qualificato come ARP) nell’Ambito urbano consolidato (Auc)” sia conforme alla legislazione vigente e se, anche considerando la precedente destinazione urbanistica, non ritenga “eccessiva” l’edificabilità riconosciuta agli attuatori. Ultimo interrogativo: come valuta la Giunta la mancata utilizzazione dell’istituto perequativo, con rinuncia di fatto di interessi rilevanti da parte del Comune?