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Impianto di bitume di Savignano: Confapi pmi Modena riflette sulle motivazioni che hanno portato al blocco dell’impianto

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“Un attacco prolungato e privo di argomentazioni valide che possano giustificare il fermo all’attività”. Sono queste le parole di Dino Piacentini, presidente Confapi pmi Modena, che riassumono la posizione dell’associazione in merito alla vicenda dell’impianto di bitume di Savignano.Il susseguirsi, negli scorsi mesi, di dichiarazioni che paventavano presunte irregolarità sul rispetto delle norme di sicurezza ambientale previste, con il derivante stato di allarme per la salute degli abitanti, ha enormemente contribuito a creare un clima di tensione, che ha portato al mancato avvio delle attività di produzione. Una situazione di estrema gravità che necessita di un’analisi più ampia, che tenga conto di tutte le numerose implicazioni.

A tale riguardo è opportuno puntualizzare nuovamente come l’impianto rispetti le più severe direttive di tutela ambientale che, ovviamente, riguardano in primis la salute dei lavoratori e degli abitanti della zona. Le fasi di realizzazione hanno visto un continuo confronto tra azienda – la Calcestruzzi Vignola S.r.l. -, istituzioni ed enti di controllo che hanno richiesto modifiche strutturali che tutelassero ulteriormente la popolazione – come nel caso dell’altezza del camino -, modifiche tutte prontamente realizzate dall’impresa.

“Ed è proprio il ruolo dell’impresa – sottolinea Vitaliano Turchi, presidente del Collegio Imprenditori Edili Confapi pmi – che gioca un ruolo centrale in questa vicenda, diventata un vero e proprio caso in provincia di Modena. Il clima di tensione e di allarme che da anni circonda le realtà industriali del settore edile rappresenta una minaccia gravissima per l’intero comparto. L’accanimento registrato in questi mesi, che ha portato al blocco dell’avvio della produzione, ha avuto conseguenze che vanno ben oltre il danno economico per l’imprenditore, conseguenze per le quali gli Amministratori potranno essere chiamati direttamente a rispondere. Il punto centrale della questione riguarda, infatti, le persone, i 30 addetti che rischiano, giorno dopo giorno, di perdere il posto di lavoro in una realtà che, nonostante sia un modello – sotto il profilo del piano industriale – per efficienza e qualità, non può ancora decollare. Se poi allarghiamo lo sguardo e pensiamo all’indotto che un’attività industriale del genere può creare, l’emergenza appare ancor più pesante”.

“Metteremo in campo ogni azione – dichiara Carlo Corni della Calcestruzzi Vignola S.r.l. – per porre fine a questa incresciosa vicenda che sta arrecando un profondo danno alla nostra azienda e alla collettività, quella collettività che riconosce nell’iniziativa d’impresa un’opportunità imprescindibile di crescita locale”.

“L’iniziativa imprenditoriale – continua il presidente Piacentini – è stata ancora una volta gravemente penalizzata da un “rumore di fondo” che si è fatto sempre più forte ed è riuscito a offuscare il valore di un interesse certamente economico, ma anche, e soprattutto, di sviluppo per la nostra provincia. Proprio per queste ragioni appare ancor più incomprensibile l’atteggiamento dell’Amministrazione Comunale, che ha avuto un ruolo fondamentale nel blocco dell’attività. Confapi pmi – conclude Piacentini -, riconoscendo il valore dell’impresa in sé e in relazione al territorio che la ospita e ne trae beneficio, ha deciso di sostenere fattivamente la proprietà dell’impianto di Savignano e chiede alle altre associazioni economiche modenesi di prendere posizione in merito, affinché si possa finalmente sbloccare una situazione che sta facendo perdere ancora una volta competitività e risorse al nostro territorio e getta un’ombra cupa sul diritto all’esercizio della libera impresa in quella zona”.

Sintetica cronologia della vicenda a cura di Confapi pmi Modena

L’impresa Calcestruzzi Vignola S.r.l. si è impegnata, negli ultimi anni, a dismettere vecchi impianti di produzione e a realizzarne di nuovi, tecnologicamente avanzati e rispondenti a standard qualitativi superiori, su un’area idonea ad ospitare realtà di trasformazione e lavorazione, come previsto dal PIAE provinciale e dal PAE comunale.

Nell’ottobre 2006 è iniziata la fase di costruzione, sulla base di una domanda di permesso depositata nel giugno 2006, alla quale sono seguite diverse richieste da parte di Comune, Ausl e Arpa, richieste evase con la presentazione della relativa documentazione.

A febbraio 2008 e ad aprile 2009 sono state presentate varianti in corso d’opera alle quali ha fatto seguito il rilascio dei rispettivi atti autorizzativi. L’ultima variante presentata è stata accordata con regolare permesso – rilasciato dalla nuova Amministrazione Comunale – nell’agosto 2009. A seguito di questi adeguamenti, l’azienda era in regola per emissioni in atmosfera, costruzione del deposito per oli minerali, sistemi antincendio, scarico acque, ecc. Mancava solo l’agibilità da parte del Comune.

Nel luglio 2009, su richiesta del Comune di Savignano, la Provincia indice una Conferenza dei servizi in merito alle emissioni in atmosfera e altri aspetti connessi, anche se l’attività di produzione non è ritenuta inquinante e non dovrebbe essere soggetta a procedure di questo tipo. Alla Conferenza partecipano Provincia di Modena, Arpa, Ausl, Comune di Savignano, Comune di Bazzano, l’impresa Calcestruzzi Vignola S.r.l. e i rispettivi tecnici.

A seguito dell’incontro, l’azienda ha accettato alcune prescrizioni, anche se non strettamente richieste dalla legge, per soddisfare le esigenze del Comune, in una logica di concreta collaborazione. La Provincia di Modena ha più volte sottolineato la disponibilità dell’impresa, ribadendo la sufficienza dell’autorizzazione già rilasciata. Nonostante ciò, il Comune di Savignano ha votato contro la nuova autorizzazione che è stata comunque rilasciata, sulla base di una specifica DIA. Successivamente, l’azienda ha eseguito i lavori richiesti.

A settembre 2009 la Calcestruzzi Vignola S.r.l. ha presentato una “fine lavori” parziale con richiesta di agibilità parziale relativamente all’impianto di calcestruzzo e, nel dicembre 2009, ha presentato la stessa richiesta relativamente all’impianto di conglomerato bituminoso, agli uffici e all’abitazione di custodia.

Nel corso di alcuni incontri avvenuti nel mese di novembre dello scorso anno, il Sindaco di Savignano aveva verbalmente promesso all’azienda il rilascio della agibilità parziale per l’impianto di calcestruzzo entro il mese di dicembre 2009.

Il 9 febbraio 2010 e il 3 marzo 2010, lo stesso Comune di Savignano ha richiesto documentazione integrativa e l’1 marzo 2010 ha richiesto ulteriori chiarimenti per il rilascio dell’agibilità, con diniego della stessa, fino a valutazione delle citate integrazioni.

Foto: Dino Piacentini, presidente Confapi pmi Modena e stabilimento di Calcestruzzi Vignola Srl