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Consorzio vini reggiani: “Speriamo in un alto sbalzo termico per la qualità del nostro vino”

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Poco più di 1,5 milioni di quintali di uva: è la stima emersa dai dati raccolti dai Consorzi Promozione e Tutela dei Vini Reggiani per la vendemmia 2010. “La previsione, che riguarda le vigne presenti in provincia di Reggio Emilia, si avvicina alla quantità prodotta lo scorso anno, con un leggero aumento”, precisa Giorgio Gianotti, presidente del Consorzio Vini Reggiani.

“Le viti sono in buone condizioni e godono di un ottimo sviluppo vegetativo – aggiunge Gianmatteo Pesenti, direttore dei consorzi – Nonostante il caldo e il periodo secco, le viti reggono bene e, fino ad ora, non hanno manifestato problemi. Tuttavia, la produzione dei vini è un fenomeno singolare e varia da azienda ad azienda. Vi sono, infatti, aziende con maggiore disponibilità di uva, altre con quantità invariata o inferiore rispetto allo scorso anno. L’intera produzione dipende dall’annata precedente: le aziende che lo scorso anno disponevano di un maggiore quantitativo di uva, probabilmente ne avranno meno quest’anno”.

Che cosa vi aspettate dalla prossima vendemmia?

“Dai dati rilevati – spiega Stefano Meglioraldi, esperto tecnico de Consorzio Vini Reggiani – ci aspettiamo almeno la produzione dello scorso anno, che è stata di quasi 1.500.000 quintali di uva, con un piccolo aumento, comunque contenuto entro il 5%, che non porterà ad oltrepassare quota 1.600.000. La variazione in positivo sembra interessare principalmente i vitigni ‘Lambrusco’, ed in particolare il Lambrusco salamino, mentre per l’Ancellotta ci si aspetta una produzione simile allo scorso anno”.

L’inizio della vendemmia sarà anticipato come gli ultimi due anni?

“No, anzi prevediamo che la vendemmia inizierà con circa una settimana di ritardo rispetto allo scorso anno. La data precisa non è pronosticabile poiché varia da azienda ad azienda”.

Di che qualità sarà l’uva attesa quest’anno e, di conseguenza il vino?

“Per la qualità del vino è molto importante il mese precedente la vendemmia, ovvero agosto.

E’ fondamentale infatti l’andamento stagionale di tale mese ed in particolare lo sbalzo termico tra giorno e notte. Se sarà caldo durante il giorno e freddo di notte, lo sbalzo termico sarà alto e le uve, e quindi i vini, avranno una maggiore qualità. Al contrario, con un minore sbalzo termico, il prodotto sarà di qualità inferiore, soprattutto per quel che riguarda il patrimonio in polifenoli. Allo stesso tempo anche le precipitazioni del mese di agosto sono in grado di influenzare la qualità del prodotto finito: se queste saranno di discreta entità, il vino prodotto sarà tendenzialmente più acido, poiché la maturazione delle uve partirà da un maggiore contenuto acidico iniziale. Questo è un bene per le caratteristiche del Lambrusco, che richiede un prodotto fresco, di buona acidità e non eccessivamente alcolico. D’altra parte una eccessiva piovosità potrebbe causare effetti opposti con elevati rischi sanitari che comprometterebbero irrimediabilmente la qualità del prodotto. La giusta via sta quindi nel mezzo”.

Quale potrebbe essere la differenza stimata per la produzione di pianura e di collina?

“In pianura si assiste ad un aumento meno evidente, dovuto all’Ancellotta che è ancora la varietà più coltivata della pianura reggiana. A questo si deve aggiungere la riduzione progressiva negli ultimi anni della superficie coltivata a vite a causa della scomparsa di diverse aziende produttrici. In collina la situazione risulta essere più eterogenea, con aziende che mostrano una maggiore produzione, e altre una inferiore, rispetto alla precedente annata; in generale però sembra esservi un aumento produttivo sia per quel che riguarda i lambruschi che le uve bianche. Anche se però aumentasse la produzione in collina, questo non influirebbe che marginalmente sul quantitativo provinciale. È la pianura infatti che fa da traino alla produzione, potendo fruire di una superficie vitata decisamente maggiore”.

Quali i vini prodotti?

“Due sono le produzioni su cui si concentra l’attenzione nel reggiano da parte dei due consorzi: il lambrusco Reggiano Doc, per il quale saranno vendemmiati filari di Salamino, Marani, Maestri; e il Colli di Scandiano e Canossa che si produce coi vitigni Marzemino, Malvasia di Candia Aromatica, Spergola, Lambrusco e Malbo Gentile”.