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Flavio Oreglio a FestaReggio

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Polveri comiche, scaglie satiriche e briciole di humor. Allo spazio Loft di Festareggio mercoledì 1 settembre alle 21 arriva Flavio Oreglio a presentare il suo libro Aprosdoketon. Aprosdoketon in greco significa “l’inatteso”. Perché la sorpresa è l’anima della comicità.

Poesie, monologhi, aforismi, battute: il linguaggio di Flavio Oreglio è semplice ed essenziale. Con uno stile che si rifà alla scuola milanese che va da Gaber a Jannacci, Oreglio è un entertainer completo: autore, attore, cantante e non lascia nulla al caso. I suoi versi minimalisti sono diventati un vero e proprio cult.

Questo libro, che propone una raccolta di aforismi inediti, è al contempo divertissement raffinato e riflessione, in un’alternanza di momenti che vedono la trattazione di temi sociali e politici per poi lasciare improvvisamente spazio a un sorriso, grazie al quale l’universo di Flavio Oreglio esplode come un micro big bang nella brevità di un aforisma. Aprosdoketon si inserisce nel progetto Siamo una massa di ignoranti. Parliamone ed è il culmine di un percorso che ha avuto inizio nel 2006 con il libro-cd omonimo. Oggi è conosciuto soprattutto grazie alle sue esilaranti poesie surreali.

Due mostre a cura di You Picture

L’associazione di Correggio espone al Loft e all’Angono Arte di FestaReggio

L’associazione fotografica You Picture di Correggio è presente a FestaReggio con AgriCultura e Professione Donna. Si tratta di due mostre fotografiche, allestite all’interno dello spazio Loft e Angolo Arte che fino al 12 settembre è possibile visitare negli orari di apertura di FestaReggio.

Con AgriCultura il gruppo di fotografi ha preso spunto dalla tematica che vede FestaReggio in questi giorni come punto di riferimento nazionale. Gli sguardi dei fotografi si sono concentrati sulle molteplici sfaccettature legate al lavoro dei campi. Il risultato è una ricerca fotografica che spazia dalle coltivazioni cereali alla produzione dei prodotti tipici della zona e racconta uno spaccato unico della realtà agricola.

Emerge l’immenso patrimonio culturale e la ricchezza delle nostre terre ricche in termini di biodiversità e di tipicità.

La mostra, sviluppata da alcuni membri dell’associazione che ha dato vita a un vero e proprio laboratorio fotografico sul territorio, intende essere una testimonianza del mondo agricolo e invita il visitatore in un viaggio ideale che percorre un settore di grande importanza sia dal punto di vista economico che alimentare, ma anche sociale e culturale.

Adiacente alla saletta d’arte, presso lo stand di You picture, l’associazione ha allestito la mostra fotografica Professione Donna, realizzata appositamente per FestaReggio.

Lavoro e creatività, maternità e carriera, identità e ruoli nel mondo di oggi delle professioni al femminile. Sono questi alcuni dei temi che Professione Donna mette in luce nella mostra. L’associazione ha voluto gettare uno sguardo attraverso i contrasti e ele armonie che spesso si celano dietro al doppio ruolo che le donne nella nostra società ricoprono.

Da Gramsci a Striscia la Notizia

Partendo da Gramsci passando per “Drive in” fino a Striscia la notizia. Massimiliano Panarari nella saletta Loft di FestaReggio ha presentato il suo nuovo libro “L’egemonia sottoculturale”, un mix di critica, gossip, intellettualismo e politica. È un libro ideologico, deciso a farla finita con personaggi nefasti di cui finora non si era ancora accorto nessuno, o quasi.

Ospiti della serata condotta da Valeria Montanari anche l’attrice Laura Pazzaglia e il presidente di Istoreco Mirco Carrattieri.

Massimiliano Panarari inizia la presentazione citando Antonio Gramsci e il suo pensiero riguardante il controllo delle masse: “si può comandare attraverso il dominio, ossia con la forza, la violenza e il terrore ma anche attraverso un metodo più soft, l’egemonia culturale, dove chi viene dominato è dentro un sistema di pensiero costruito dalla classe dominante”. L’egemonia culturale si può definire come il controllo serrato dell’ ideologia, dell’autocoscienza e dell’organizzazione dei lavoratori da parte della cultura borghese egemone (i capitalisti di oggi).

Secondo Panarari l’avvento del neoliberismo inglese della Thatcher e quello americano di Reagan hanno rivoluzionato la società e hanno dato il via all’egemonia culturale, o meglio ancora sottoculturale, dei paesi capitalistici. “Il neoliberismo non ha portato benessere a tutti ma ha accentuato le disuguaglianze fra le differenti classi sociali all’interno dello stesso paese e le sperequazioni esistenti tra i paesi ricchi ed il “sud” del mondo; è aumentata la ricchezza di alcuni paesi e delle multinazionali a scapito della maggioranza dei poveri”.

Mirco Carrettieri giudica il libro di Panarari coinvolgente e “caratterizzato da una molteplicità di stimoli culturali”. Si sofferma su come il capitalismo, per certi versi, abbia delle somiglianze e dei collegamenti con il totalitarismo e conclude sostenendo che “la sinistra per riprendersi da questo momento difficile ha bisogno di un progetto culturale alternativo e preciso”.

La serata è caratterizzata anche dalle letture di Laura Pazzaglia che ha letto paragrafi del libro.

Panarari si è soffermato sui modelli sottoculturali televisivi, caratterizzati dal “diventare famosi, apparire e negare l’attenzione dalla realtà”. La televisione condiziona enormemente la vita e il pensiero degli italiani basti pensare che, per circa il 70%, la televisione è l’unica finestra informativa.

Panarari in Alfonso Signorini (“un’intellettuale organico al servizio di una classe sociale, al servizio del padrone”) lo stratega del modello sottoculturale mediatico. Signorini può condurre questa campagna su più fronti essendo direttore di testate di cronaca rosa e spettacolo (Chi e Tv sorrisi e canzoni), opinionista fisso del Grande Fratello e conduttore di un programma radiofonico. La conduttrice della serata Valeria Montanari sostiene “che Internet può rappresentare una svolta, ricominciando dal tirare fuori ciò che si pensa”.

L’autore infine da spazio ad alcune riflessioni politiche sulle difficoltà che la sinistra post comunista italiana sta incontrando. Si sofferma su come si sia persa l’idealità gramsciana e si sia formato “un atteggiamento perdente già in partenza”. Tenere viva la memoria, ricordare certi passaggi della nostra storia recente, servirsi degli intellettuali e ricominciare a “parlare della realtà e della vita contro questa morte mediatica e culturale anzi sottoculturale”.