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Università, Bologna: sostituire i ricercatori che protestano

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Il Senato accademico dell’Università di Bologna ha deciso all’unanimità la sostituzione dei ricercatori che aderiscono al blocco della didattica, per protesta contro la riforma Gelmini, con docenti a contratto. A tutti i presidi di facoltà sarà spedita una lettera con le indicazioni del caso, che sarà poi girata agli stessi ricercatori per capire le loro intenzioni.

Una risposta è attesa entro le 13 di venerdì, e chi non la darà sarà come se avesse manifestato la propria intenzione di non essere disponibile a fare lezione. “Cari colleghi – si legge nel documento – pur nella consapevolezza del grave disagio e delle difficoltà che i ricercatori stanno attraversando, sono a chiedervi – in conformità alla deliberazione unanime del Senato Accademico di quest’oggi – di confermare o meno la vostra disponibilità a garantire l’avvio delle attività didattiche che rappresentano un dovere dell’Ateneo nei confronti degli studenti e delle famiglie le quali, al pari nostro, stanno fronteggiando momenti di profonda crisi economica e sociale. Vi chiedo pertanto di restituirmi, debitamente compilata e sottoscritta, la dichiarazione allegata alla presente, entro le ore 13:00 di venerdì 17 settembre. In caso di impossibilità da parte vostra a far pervenire la suddetta dichiarazione entro la data sopra definita, una vostra comunicazione via mail potrà comunque far fede, in attesa dell’invio del documento ufficiale. In assenza della dichiarazione allegata entro il termine indicato, ovvero in caso di dichiarazioni di indisponibilità a svolgere l’attivita’ didattica – prosegue la lettera – la Facoltà dovrà individuare modalità alternative di copertura degli insegnamenti, al fine di assicurare l’avvio delle lezioni. Il Senato Accademico ha peraltro confermato in data odierna gli impegni gia’ assunti nella riunione del 20 luglio, e in particolare: l’organizzazione di una giornata di riflessione e discussione pubblica, nei primi giorni dell’Anno Accademico, nelle diverse Facoltà e sedi, sui temi della ricerca e dello status dei ricercatori universitari; l’impegno ad attribuire la massima priorità alla programmazione di posti da Associato, compatibilmente con i vincoli del bilancio 2011”.

Seguono i ringraziamenti del preside.

Una decisione destinata inevitabilmente a sollevare polemiche.