“Da ieri Modena ha una nuova martire della libertà, una vittima dell’oscurantismo e dell’integralismo di matrice islamica. Come Hina Saleem e Sanaa, anche Begm Shnez è stata brutalmente uccisa soltanto perché libera. Siamo di fronte ad un caso inquietante, che conferma come il cancro dell’ideologia e del fanatismo, che nega libertà e dignità alle donne, sia diffuso e nascosto all’interno della nostra società e guida la mano anche di stranieri apparentemente integrati.
Il fatto che l’omicida non solo fosse in Italia da più di dieci anni, ma fosse anche il proprietario della locale moschea fa riflettere sui danni del multiculturalismo teorizzato e applicato dalla sinistra. Spesso, infatti, dietro la patina di una finta integrazione, o dietro il culto praticato nelle moschee abusive, legittimate dalle Amministrazioni locali, si nasconde chi l’integrazione la nega e la combatte al punto da sterminare i famigliari che vorrebbero perseguirla. Non è accettabile che in mezzo a noi vivano persone pronte ad uccidere madri e sorelle solo perché queste vogliono vivere liberamente. Episodi del genere impongono anche una riflessione sulla necessità di modificare in senso restrittivo la legge sulla cittadinanza, per garantire questo status solamente a chi dimostra nei fatti di aderire ai valori civili e morali della nostra società. Infatti, per la sinistra, l’omicida di Novi avrebbe già la cittadinanza italiana e potrebbe votare alle elezioni amministrative. Per noi, invece, non solo va duramente condannato, ma anche cacciato dal Paese. Su questo gravissimo fatto ho presentato una interrogazione parlamentare, per chiedere al Governo di promuovere iniziative, anche legislative, volte a tutelare ed a garantire il rispetto dei diritti umani e civili delle donne extracomunitarie presenti in Italia”.