Venerdì scorso nella sala del Consiglio provinciale, si è riunito il Comitato provinciale di concertazione in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, presieduto dal vicepresidente Pierluigi Saccardi.
All’incontro hanno preso parte, oltre agli organi di vigilanza (AUSL, INAIL, DPL, ISPESL, INPS e Vigili del fuoco), le rappresentanze delle associazioni imprenditoriali e sindacali, oltre a quella dei consulenti del lavoro.
L’occasione ha permesso di fare il punto sulla situazione del lavoro e i rischi connessi, tenendo conto della crisi che ha attraversato nell’ultimo anno l’economia reggiana.
Il vicepresidente Saccardi, alla luce dei dati emersi nel corso dell’incontro, ha rilanciato soprattutto l’operatività concreta dei gruppi di lavoro, ricordando come “solo attraverso l’impegno di tutti, istituzioni e parti sociali, sia possibile dare corso alle costanti sollecitazioni provenienti anche dal presidente Napolitano, di non abbassare mai la guardia su queste tematiche” in modo da far sì che la cultura della sicurezza “diventi patrimonio di tutti i cittadini; del lavoratori nel loro operare quotidiano, come degli imprenditori, in un’ottica di responsabilità sociale condivisa”. Il vicepresidente ha accolto quindi le proposte emerse nel corso dell’incontro di “coordinare il Comitato di concertazione con la Conferenza provinciale socio-sanitaria, presieduta sempre dalla Provincia, così come di estendere l’invito alla partecipazione del Comitato agli altri ordini professionali, attraverso il coordinamento provinciale ProfessaRE”.
Numerosi gli interventi che si sono susseguiti nel corso della mattinata. Maurizio Mazzetti, direttore provinciale dell’INAIL, ha evidenziato il progressivo calo del numero di infortuni denunciati dal 2005 (18.700 nel 2005; 15.800 nel 2009), soprattutto in alcuni settori, come l’edilizia, richiamando però l’attenzione sul fatto che quest’ultimo è stato uno dei settori con maggiore calo produttivo assieme alla metalmeccanica; ha ricordato come invece rimangano stabili gli incidenti sulla strada (sia per lavoro, che per raggiungere il luogo di lavoro), mentre un certo aumento si registra relativamente ai casi di infortuni con esito di invalidità permanente, così come la crescita di casi di malattie professionali denunciate.
Carlo Veronesi, responsabile del Servizio di prevenzione salute e sicurezza al lavoro dell’AUSL, ha invece relazionato sul lavoro ispettivo svolto dai diversi organi provinciali, coordinati proprio dall’AUSL, mettendo in evidenza che ancora permane una percentuale elevata di irregolarità riscontrate nelle ispezioni, che si aggira oltre l’80%, anche se poi solo poco più del 28% si traduce in vere e proprie sanzioni, mentre nella stragrande maggioranza (55%) vengono impartite disposizioni di regolarizzazione.
I diversi interventi succedutisi, sia di parte imprenditoriale sia di parte sindacale, hanno messo in luce anche l’importanza del comitato provinciale che, attraverso le modalità concertative, intende individuare le situazioni di maggiore rischio, così come, mediante l’attività di specifici gruppi di lavoro, a suo tempi istituiti, cerca di individuare strumenti e modalità operative condivise per operare soprattutto in termini di prevenzione.
In molti casi però il tessuto fortemente frammentato delle imprese reggiane e la situazione di difficoltà economica non sempre permettono di applicare i diversi protocolli sottoscritti, come quello degli standard formativi minimi, così come la sua estensione ai lavoratori somministrati, o ai lavoratori immigrati e, come segnalato da Luigi Giove della CGIL, ai lavoratori di alcune cooperative, soprattutto nel settore del facchinaggio.
Luciana Bruno, dell’ordine provinciale dei consulenti del lavoro, ha segnalato come solo attraverso l’impegno costante di tutti coloro che operano nelle e per le aziende può crescere la cultura della sicurezza, diventando elemento costitutivo dell’impresa stessa.





