Il tragico episodio di Novi di Modena – con l’uccisione di una donna pachistana ed il coma farmacologico per un’altra giovane donna – deve farci riflettere, prima di ogni altra cosa, sul potenziale di violenza insito nelle mentalità e nelle pratiche patriarcali. A commettere questa carneficina non sono stati due islamici, bensì due uomini – ovvero un marito e un figlio – che hanno spezzato (totalmente o parzialmente, nonché con modalità brutali) le vite di due donne – ovvero una moglie e una sorella; e il fatto che il contesto sia stato quello familiare, deve farci aprire ancora una volta gli occhi su quello che, quotidianamente, accade tra le pareti domestiche, italiane o migranti che siano. Detto questo, l’elemento culturale – ovvero religioso (in questo caso islamico, ma anche larghe fette del cattolicesimo non sono esenti da una concezione reazionaria della condizione femminile) – non è certamente sottovalutabile in quanto il riproporsi di tradizioni nefaste che fanno sopravanzare arcaiche usanze (quale quella del “matrimonio combinato”, nel caso) rispetto all’auto-determinazione delle coscienze e delle volontà di ogni essere umano – in particolare di una donna – non è compatibile con l’obiettivo di una società di liberi ed eguali che noi perseguiamo.
(Forum “Legalità, Diritti umani e civili, Intercultura”, Sinistra Ecologia Libertà Modena)