Sovraffollamento, forze di polizia sotto organico, condizioni di vita e di lavoro inumane. Il Partito Democratico lancia un nuovo allarme sul carcere di Sant’Anna di Modena.
Con un ordine del giorno depositato il gruppo consiliare chiede al governo di intervenire e di dedicare un Consiglio comunale tematico al tema del carcere e delle politiche sociali per il reinserimento di detenuti ed ex detenuti, aperto anche al contributo dell’associazionismo e del volontariato.
“L’emergenza al carcere di Sant’Anna è sotto gli occhi di tutti – dichiara Giulia Morini, prima firmataria della mozione – nelle celle sono rinchiusi anche 7 detenuti, gli agenti di polizia penitenziaria sono pochi e costretti a numerosi straordinari, gli standard di sicurezza sono violati, gli strumenti a disposizione delle politiche sociali non garantiscono un dignitoso reinserimento. La situazione è drammatica e il governo è latitante: il tanto sbandierato piano carceri del governo stanzia fondi (tutti da verificare) per la costruzione di nuovi carceri, ma non aiuta in alcun modo gli Enti locali e il tessuto comunitario a farsi carico di detenuti ed ex detenuti. Chiediamo alla città di mobilitarsi – conclude la consigliera del Pd – e al Consiglio di dedicare una seduta all’ascolto del direttore della casa circondariale, dei rappresentanti sindacali della Polizia penitenziaria e del volontariato”.
SCHEDA
a) Il carcere di Sant’Anna a Modena è stato inaugurato nel 1991. Sono reclusi 453 detenuti, più del doppio rispetto alla capienza regolare (220 detenuti) e molto più della capienza tollerabile (409);
b) esiste una sezione femminile che ospita 23 recluse, una di alta sicurezza attualmente non operativa che ospitava circa 54 reclusi e una sezione con 30 reclusi cd. “protetti”;
c) la percentuale di detenuti italiani è pari al 32%;
d) i detenuti raggiunti da sentenza di condanna definitiva sono il 47% del totale, mentre più di 115 detenuti sono in attesa di giudizio di primo grado, 48 sono appellanti e 75 ricorrenti;
e) circa 180 detenuti sono tossicodipendenti conclamati e 120 detenuti presentano patologie psichiatriche di varia natura. E’ presente una sezione speciale che ospita 6 detenuti affetti da HIV;
f) attualmente sono in forza 172 Agenti di Polizia Penitanziaria, comprese le unità impiegate principalmente nelle traduzioni dei detenuti e nel piantonamento, con una carenza di 54 persone rispetto a quanto previsto dal D.C.P.M del 2001. Inoltre tra queste unità 25 sono temporaneamente assegnate ad altre sedi di sevizio. Tutto questo comporta un notevole incremento del carico di lavoro sul personale con ricorso costante a prestazioni di lavoro straordinario a discapito dei riposi settimanali e del congedo ordinario, un aggravamento dei livelli di stress e una generale sofferenza degli standard di sicurezza.