Nell’economia del nuovo millennio il tema della dimensione è centrale per le imprese. La piccola e media azienda, infatti, conquista a fatica nuovi mercati e a fatica investe in ricerca e sviluppo. Un supporto significativo per affrontare questo tema proviene dal panorama legislativo italiano con la legge 99/2009, che riguarda le “disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese” e introduce in Italia la disciplina del contratto delle reti di impresa.
Le reti di impresa rappresentano un’evoluzione del concetto di distretto industriale: due o più aziende, non necessariamente legate dall’identità territoriale (come accadeva per il distretto), si mettono insieme per superare la dimensione locale della filiera produttiva e puntare con maggior decisione ai processi di innovazione tecnologica e internazionalizzazione. Senza nulla scontare, però, sul piano dell’autonomia e della flessibilità.
Su questi temi Confindustria Modena, in collaborazione con l’Associazione Industriali di Reggio Emilia e Retimpresa (l’agenzia di viale dell’Astronomia che promuove e assiste l’istituto delle reti d’impresa), ha organizzato il convegno “Le aggregazioni attraverso il contratto di rete di impresa”. L’appuntamento è per martedì 12 ottobre, a partire dalle ore 14.30 presso l’Auditorium “Giorgio Fini” a Modena.
L’obiettivo dell’incontro è, in primis, approfondire i diversi aspetti della normativa che regola le reti di impresa grazie alla partecipazione di esperti di livello nazionale, ma anche dare conto di un progetto concreto che lega le associazioni territoriali di Modena e Reggio Emilia aderenti a Confindustria.
Dopo i saluti del presidente di Confindustria Modena Pietro Ferrari e del presidente dell’Associazione Industriali di Reggio Emilia Stefano Landi, sarà Fabrizio Cafaggi, docente di Diritto privato all’Università di Trento, ad aprire la prima parte del convegno, inquadrando l’argomento delle aggregazioni attraverso il contratto di rete. Un rilevante contributo sul versante degli aspetti fiscali e societari verrà da Italo Volpe, capo ufficio legislativo del ministero dell’Economia, e da Paolo Puglisi, direttore ufficio legislazione tributaria dell’Agenzia delle Entrate (l’ente preposto all’emanazione dei decreti attuativi del contratto di rete).
Un importante aspetto, quello che riguarda i criteri con cui gli istituti di credito concedono finanziamenti e risorse ai contratti di rete, sarà approfondito da Francesco Giordano, responsabile Strategie, marketing e pianificazione di Unicredit Corporate and Investment Banking.
La seconda parte del convegno inizierà con la presentazione del tavolo di ricerca sulle reti di impresa che vede impegnate insieme Confindustria Modena e l’Associazione Industriali di Reggio Emilia. A parlare del progetto comune saranno i due coordinatori: Giuseppe Molinari e Maria Cristina Gherpelli (immagini).
Questo tavolo di ricerca intende approfondire le opportunità concrete offerte dalle aggregazioni che avvengono attraverso il contratto di rete: oltre all’Università di Modena e Reggio Emilia e a Unicredit coinvolge avvocati, commercialisti e notai. Al convegno, infatti, porteranno la loro esperienza il presidente del Consiglio notarile della provincia di Modena Giorgio Cariani e Francesco Pattarin dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Spetterà quindi a Moreno Dal Rio (presidente dell’azienda vignolese Centro Alesatura) e Barbara Franchini (amministratore delegato della reggiana Fm) raccontare le loro rispettive “esperienze di rete” a cui tanto ha puntato la sinergia tra gli industriali modenesi e quelli reggiani.
Le conclusioni dell’incontro saranno tenute dal presidente di Retimpresa e vicepresidente per le Politiche territoriali di Confindustria Aldo Bonomi.
«Il contratto di rete non è una banale opportunità legislativa confezionata per chi mira a ottenere dallo Stato corsie preferenziali per allargare il proprio business», afferma il coordinatore della Commissione di studio sulle reti di impresa di Confindustria Modena Giuseppe Molinari. «L’imprenditore che abbia già chiaro in testa un progetto di ampio respiro che coinvolga per esempio le aree internazionalizzazione e ricerca e sviluppo della propria azienda, attraverso questo nuovo istituto può davvero puntare in alto. E lo può fare con semplicità ed efficienza. Il contratto di rete supera il concetto di distretto industriale mettendosi alle spalle i vecchi vincoli di territorio e produzione. Da questo punto di vista il case study rappresentato da Centro Alesatura è davvero emblematico: le imprese coinvolte nell’aggregazione sono sei, di cui tre estere».
«Non solo le imprese possono fare rete ma anche le associazioni industriali che le rappresentano», sottolinea la coordinatrice della Commissione di studio sulle reti di impresa di Industriali Reggio Emilia Maria Cristina Gherpelli. «In un momento come quello attuale in cui razionalizzare i costi e risparmiare risorse è una necessità da cui non si può più prescindere, Industriali Reggio Emilia e Confindustria Modena danno un bell’esempio di collaborazione. Mettere insieme le professionalità e le competenze di due territoriali come Modena e Reggio Emilia, non può che giovare a tutte le imprese che all’interno della cosiddetta “area vasta” ogni giorno lavorano e si confrontano»