Il 22 ottobre al Salone del Gusto di Torino sarà protagonista il Pane dell’Appennino bolognese, cui sarà dedicato, presso lo Stand della Regione Emilia-Romagna, un laboratorio con una dimostrazione di panificazione con farine autoctone di grani antichi e pasta madre. Un’occasione per riscoprire prodotti e tecniche di produzione rispettose del territorio, dell’ambiente, delle tradizioni locali in linea con la filosofia di questo evento mondiale del cibo “buono, pulito e giusto”, organizzato da Slow Food.
E proprio i Presidi Slow Food e le Comunità del Cibo dell’Emilia-Romagna si ritroveranno dal 21 al 25 ottobre presso lo stand regionale. Prodottiantichi come il Raviggiolo dell’Appenino tosco-romagnolo, la razza suina Mora Romagnola, il Salmerino del Corno alle Scale, la Vacca bianca modenese, la Pera cocomerina. Laboratori, degustazioni, incontri avrannocome ambientazione una tipica piazza emiliano-romagnola con le suebotteghe, i suoi artigiani, le sue bancarelle.
“Vogliamo raccontare una storia in cui la qualità dei prodotti significa anche conservazione della biodiversità, qualità dell’ambiente erispetto del territorio – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – una storia che nasce nel passato ma che guarda al futuro e che indica la strada da seguire se vogliamo veramente promuovere un’agricoltura sostenibile. La conservazione della biodiversità agricola e del suo habitat può infatti contribuire a contrastare il progressivo impoverimento delle popolazioni povere delmondo e, nello stesso tempo, solo un nuovo modello agricolo incardinato sulla biodiversità e su una riduzione dei consumi energetici, irrigui e di prodotti chimici può assicurare cibo sufficiente a una popolazionemondiale destinata a crescere di oltre un miliardo di persone nei prossimi 15 anni. Anche in Emilia-Romagna – ha aggiunto l’assessore – la valorizzazione della biodiversità, il rispetto dell’ambiente e delletradizioni sono leva per il futuro poiché possono garantire sostenibilità alle produzioni e redditività ai produttori. La nostra forza competitiva è la unicità dei prodotti, non certamente i bassi costi di produzione”.
I laboratori, le degustazioni, i dibattiti
Ancora presso lo stand della Regione (padiglione 2 – area M161 – L162) sabato 24 ottobre alle ore 16 saranno invece le Mariette di casa Artusi a raccontare i segreti e l’arte di “Piade e Piadine”. Domenica 24 alle ore 18 Slow Food accompagnerà i visitatori alla scoperta delle “Belle More: saporito dibattito tra il Nero di Parma e la Mora Romagnola”, mentre lunedì 25 alle 16 la “Spumeggiante Castagna” sarà protagonista di un laboratorio alla scoperta delle “mille virtù del frutto dimenticato”. E ancora: le buone pratiche per un uso sostenibile dell’acqua in agricoltura saranno al centro di “Acqua in agricoltura: ogni goccia conta ” (venerdì 22 ottobre alle ore 11). Sabato 23 sempre alle ore 11 si parlerà di “Emilia-Romagna : Regione biodiversa, alla scoperta delle antiche razze e varietà regionali”, per fare il punto sulla legge con cui la Regione Emilia-Romagna ha scelto di tutelare le produzioni vegetali e animali autoctone. Infine domenica 24 a cura di Slow Food “I Mercati della Terra: esperienze contadine a confronto”.
Presso lo stand sarà anche possibile ritirare la cartolina “Mani di questa terra” e far apporre l’annullo filatelico dedicato al contributo che il sistema l’agroalimentare emiliano-romagnolo ha saputo dare all’unità d’Italia.