La scelta di Alessandro Stefani di uscire dal gruppo consiliare di maggioranza “L’Unione per San Martino” non si può dire mi abbia stupito più di tanto. Anzi, pur rispettando le sue scelte, ho sempre ritenuto “bizzarra” la sua appartenenza politica all’interno di questo gruppo e questo non per la vena critica ostentata ultimamente, anche perché l’aspetto critico potrebbe far parte di una sana discussione fra diversi modi di interpretare le cose, quanto invece per la particolarità dei ragionamenti e la differenza delle posizioni politiche che nel tempo hanno sempre più reso “anomala” la sua “voce” dentro ad un gruppo che si colloca per tradizione e per adesione dei diversi partiti che lo compongono (Pd, Sel e Verdi), nel centro sinistra.
In una cosa sicuramente mi stupiva, il piglio “autoritario” con cui pensa si debba interpretare il proprio ruolo all’interno dell’ istituzione, dove chi occupa un certo ruolo deve e può decidere in totale autonomia senza tener conto del confronto con i cittadini e con i loro bisogni, poi per la continua insofferenza a comprendere i meccanismi dell’ente locale e le difficoltà che percorrono l’attività della pubblica amministrazione tanto più in anni difficili come purtroppo sono questi che non risparmiano nessuna realtà piccola o grande che sia.
Insofferenza affiorata ultimamente anche in alcuni interventi in Consiglio, verso le scelte che faticosamente ma con onesta determinazione il gruppo si è trovato a fare cercando sempre di motivare e di argomentare e di difendere l’azione dell’agire “pubblico” come agire per il bene comune e nell’interesse della collettività. E sono stati proprio in questi frangenti dove ha marcato le sue diversità, e non nei temi che Stefani cita nell’articolo su cui non mi risulta un suo ben che minimo intervento ne in sede consigliare che in gruppo di maggioranza. Diversità, che a mio modo di vedere sono esclusivamente politiche, quasi a volersi ritagliare un ruolo di “piccolo ministro” di provincia che pensa che tutti i mali stiano proprio nella macchina pubblica, espressi soprattutto con concetti sempre più affini alle concezioni politiche del governo e della destra e dell’imprenditoria decisionista e direttiva.
Anche i tempi della decisione probabilmente non sono casuali, siamo infatti alla vigilia delle prossime elezioni amministrative che si terranno in primavera, e probabilmente si cominciano a delineare alcune scelte politiche orientate alla riconferma o alla esclusione dalle prossime candidature.
Pur rispettando la decisione di uscire dal gruppo di maggioranza penso che sarebbe stato più coerente, visto le problematiche politiche evidenziate, che tale scelta avesse assunto la forma della dimissione.
La giovane età anagrafica e politica del consigliere fa presumere che potrà sperimentarsi in nuove esperienze, forte dell’aver compreso meglio, attraverso quella appena svolta, quali altri punti di riferimento tenere, certamente molto distanti dai principi e dalle prospettive politiche del centro sinistra.
(Erio Cavazzoni, Sinistra e Libertà San Martino in Rio)