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Strage in Iraq, interviene Enrico Aimi

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“Le istituzioni modenesi, comprese le scuole di ogni ordine e grado, osservino un minuto di silenzio in memoria dei cinquanta Cristiani, compresi due sacerdoti, vittime di un vile quanto vergognoso attacco terrorista portato a termine in Iraq per mano dei fondamentalisti islamici”. Ad affermarlo il Vice-Presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna Enrico Aimi. “E’ assurdo e vergognoso che la cosiddetta coscienza civile si mobiliti per la tutela di animaletti più o meno simpatici – spesso stracciandosi le vesti – salvo poi dimenticarsi della persecuzione che i cristiani e in particolare la Chiesa Cattolica, stanno subendo nel mondo ad opera del fanatismo religioso di matrice islamica e dei regimi comunisti. Qui costruiamo moschee, altrove bruciano le chiese. C’è qualcosa che non torna. Abbiamo il dovere di chiedere rispetto reciproco e di condannare queste atrocità con vibranti prese di posizione. La libertà religiosa è un diritto ma lo è anche quello di non saltare per aria in seguito ad attentati vigliacchi. Non si può fare sempre finta che non sia successo nulla, quasi che l’uccisione di un cristiano in un paese musulmano sia un evento quasi naturale, un atto dovuto “ad uno che se l’è andata a cercare”. Una ferma condanna per questa ennesima strage deve passare anche attraverso una mobilitazione delle coscienze, quantomeno nelle scuole dove primario è il compito educativo delle giovani generazioni. Soprattutto adesso – ha aggiunto Aimi – in un momento in cui, nel mondo, l’onda cristianofobica continua a montare nell’inerzia di buona parte dell’Occidente, soprattutto di quegli esponenti politici amanti del buonismo ad oltranza e del pensiero debole particolarmente presenti sulla scena politica modenese. Quegli stessi che anche recentemente, a margine dell’omicidio e del tentato omicidio di Novi, hanno continuato a non voler vedere le criticità che si annidano nelle frange di una pseudo-cultura intollerante e violenta ferma all’età della pietra (quella delle lapidazioni e del summenzionato omicidio). Una cultura aliena e pericolosa nei confronti dalla quale non vanno eretti pericolosissimi ponti, ma scavato un argine insuperabile perchè con il fanatismo, gli assassini e i terroristi non si tratta. In diverse parti del mondo essere cristiani, soprattutto cattolici, equivale ad un atto di puro eroismo; per questo un gesto di fraterna commemorazione è non solo auspicabile. ma doveroso. In quel minuto di silenzio – ha concluso Aimi – chi crede preghi, chi non crede rifletta sull’orrore e sull’assurdità che il fanatismo religioso e ideologico possono provocare, affinchè ciò che è accaduto a migliaia di chilometri da qui sia un fatto anche nostro. E’ l’unico modo che abbiamo per evitare che le distanze si annullino e che il tempo “speso” male – commettendo errori di sottovalutazione – materializzi a casa nostra quegli orrori”.