Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano “non ci ha nascosto le preoccupazioni per la situazione politica e soprattutto la preoccupazione che continui un logoramento che non permette di occuparsi del paese. In questo senso capisco l’appello che lui ha fatto rispetto alla messa in riparo della finanziaria”. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, oggi a Bologna a margine del congresso del sindacato locale, ha commentato le dichiarazioni rese ieri dal presidente della Repubblica che chiedeva di mettere in sicurezza i conti dello Stato prima di una eventuale crisi di governo.
Rispetto all’incontro di ieri con i sindacati, “abbiamo molto apprezzato questo gesto”, riferisce Camusso, ricordando che “come sempre, testimonia che il presidente della Repubblica è molto attento al lavoro e alle condizioni dei lavoratori, alle sue prospettive”.
Lo sciopero generale? “Lo valuteremo, come abbiamo detto in più occasioni”. il segretario generale della Cgil risponde COSì a chi chiede che il 27 novembre, giorno della manifestazione su giovani e lavoro, venga annunciato lo sciopero generale. Camusso, in sostanza, rimanda tutto a dopo quella data e ribadisce che “siamo una organizzazione tutta impegnata nella mobilitazione del 27. Sarà – assicura – una grande manifestazione”.
“Vorremmo che nella finanziaria comincino a esserci delle risposte che stiamo chiedendo anche con la piattaforma del 27. A quel punto faremo una valutazione: se ci sono risposte, ne valuteremo la qualità; se non ci sono, dovremo avviamente aumentare la qualita’ e la intensita’ delle iniziative” conclude Camusso, ricordando che “abbiamo alle spalle tre scioperi generali e continueremo a utilizzare questo strumento misurando anche come e se cambiera’ la situazione politica”.
E’ opportuno allargare il contratto collettivo nazionale di lavoro anche alle categorie di lavoratori finora non rappresentate, altrimenti questo strumento sarà indebolito dal rischio di non abbracciare più tutti i protagonisti mondo del lavoro. Per questo è necessario riconquistare quelle regole “che parlino a tutti, dai privati ai pubblici”. E’ quanto sostiene il segretario generale della Cgil. “Il primo problema che ci dobbiamo porre – ha detto il leader sindacale – è se gli attuali contratti nazionali di lavoro parlino all’insieme dei lavoratori”. Per Camusso una discussione sull’allargamento dei contratti collettivi non deve essere improntata sulla “sommatoria per categorie merceologiche di ciò che c’è. Il tema non è essere un metalmeccanico o un chimico” ma il punto consiste nel prendere atto “che la platea dei metalmeccanici, dei chimici, dei lavoratori edili si è ristretta” e negli stessi luoghi di lavoro di queste categorie “ci sono tanti che non hanno più un contratto di riferimento”. Senza improntare la discussione in questi termini “difenderemo gloriosamente il contratto – ha sottolineato il segretario della Cgil – ma rischieremo di avere uno strumento indebolito dal fatto che non parla a tutti coloro che entrano nel mondo del lavoro”.