“La sinistra la smetta una volta per tutte di strumentalizzare una giusta espulsione di un pregiudicato clandestino, tentando, irresponsabilmente e per pura propaganda, di farlo passare per vittima del rigore del centrodestra”. Così il Coordinatore Vicario del PDL Provinciale Enrico Aimi intervenuto per commentare la polemica sull’espulsione del cittadino ghanese rimpatriato nei giorni scorsi nel suo paese e riaccesa da alcuni esponenti del PD locale. “Non riusciamo a comprendere come la sinistra possa essere così sideralmente distante dal pensiero della gente comune che, per buon senso, ritiene inaccettabile schierarsi dalla parte degli spacciatori e non da quella della Questura che ha emesso il provvedimento . Ricordo a certa sinistra radichal-chic, sempre pronta a gridare “ovvove” dinanzi all’applicazione della Legge, che questo signore non solo aveva alle spalle una condanna definitiva ad un anno e quattro mesi si per spaccio, ma anche per porto abusivo d’arma da taglio, minacce e lesioni personali ai danni dei due poliziotti che lo avevano arrestato. Aggiungo che i due appartenenti alle Forze dell’Ordine erano anche finiti in ospedale con prognosi importanti per le lesioni riportate ad opera del clandestino. Non solo: a questo signore – che forse non ha Santi in Paradiso ma constatiamo autorevoli ed agguerriti dirigenti di sinistra pronti ad avviare un processo di beatificazione civile – era stato ritirato il permesso di soggiorno in base al T.U. Legge sull’immigrazione 286 del ’98 a firma Turco/Napolitano, legge che prevede il ritiro immediato del permesso e l’intimazione a lasciare il nostro Paese agli stranieri che commettono questi reati. Intimazione appunto disattesa. Un comportamento che ha portato all’arresto dell’uomo e a tre successive conferme del provvedimento d’espulsione da parte di tre giudici diversi, nonostante i plurimi ricorsi. Ultima conferma in ordine di tempo quella del GIP che ha dato, in attesa della sentenza, il nullaosta all’espulsione amministrativa. Decisione questa confermata anche dal Giudice di Pace che ha confermato il trattenimento al CIE e l’espulsione dell’immigrato. L’ufficio immigrazione della Questura ha fatto quanto dovuto nei 30 giorni previsti dalla Legge accompagnandolo all’aeroporto dove, con un biglietto pagato dalla collettività, il ghanese ha deciso liberamente di andarsene. A volte sarebbe meglio – ha concluso Aimi – invece di lanciarsi a testa bassa in difesa dell’indifendibile, almeno sincerarsi sulla realtà delle cose, perchè a volte dietro ai miraggi si nascondono muri di cemento armato. Diversamente le sinistre , se su questo tema vogliono essere ed apparire coerenti, aprano le porte delle proprie case e inizino ad accogliere tutti i disperati dell’orbe terrestre”.