A seguire la lettera aperta che Marco Bonaccini, segretario sindacato Fp/Cgil Modena, scrive al Ministro Brunetta il quale, domani, avrebbe dovuto concludere il convegno organizzato dall’Università di Modena e Reggio Emilia e dalla Fondazione Marco Biagi sul tema ‘Benessere e Lavoro’.
Egregio Ministro Brunetta,
domani Lei avrebbe dovuto concludere il convegno organizzato dall’Università di Modena e Reggio Emilia e dalla Fondazione Marco Biagi sul tema “Benessere e Lavoro”, con uno sguardo particolare al benessere fra i lavoratori delle pubbliche amministrazioni.
Sappiamo che l’attuale fase politica molto probabilmente La tratterrà a Roma, ma in qualità di segretario del sindacato Funzione Pubblica Cgil di Modena ci tengo comunque a farLe conoscere alcune riflessioni su quanto abbia inciso la Sua azione e quella del Governo sulle pubbliche amministrazioni.
Dopo un modesto aumento contrattuale per il biennio 2008-2009, dal 2010 ogni aumento è bloccato per 4 anni sino al 31/12/2013.
Anche nella contrattazione integrativa non potrà essere erogato alcun aumento, anzi, i fondi dovranno calare.
E’ inoltre stato modificato in peggio il calcolo della liquidazione, i dipendenti pubblici usciranno dal lavoro un po’ più poveri. L’anticipo del TFR, al contrario di tutti gli altri lavoratori, non è possibile.
Il Suo Governo ha di fatto innalzato l’età pensionabile per tutti, ed in particolar modo per le donne dipendenti della pubblica amministrazione, a 66 anni.
Ma Lei veramente pensa che un’infermiera possa stare in ospedale a 66 anni? Mi pare che non crei un grande benessere nemmeno all’utenza! Ed un’operatrice di casa protetta cosa fa? Appena va in pensione diventa ospite della struttura dove fino al giorno prima lavorava? Ed un’educatrice di asilo nido? Fa la tata o la nonna?
La Cgil sostiene da anni che la flessibilità in uscita, anche a seconda delle proprie condizioni di lavoro, è la soluzione migliore.
In merito al benessere organizzativo, quello che più incide sulle condizioni di lavoro, il D.Lgs. 150/2009, quello da Lei fortemente voluto, dice che l’organizzazione del lavoro non deve più essere materia diconcertazione con le rappresentanze dei lavoratori. Amministrazione e Dirigente decidono sull’organizzazione, ma non devono assolutamente ascoltare l’opinione di chi quel lavoro lo svolge tutti i giorni, da anni.
Ma è proprio sicuro che l’opinione di chi lavora sia inutile a priori?
Ed a proposito di rappresentanti dei lavoratori, dal novembre 1998 ogni 3 anni si svolgono le elezioni delle Rsu. Ma quest’anno le elezioni non si terranno. Le procedure sono bloccate, il percorso è in stallo. Un importante momento di democrazia viene a mancare.
Nel D.Lgs. 150 si parla molto di meritocrazia, di valorizzazione dei lavoratori. Però non è più possibile avere progressioni di carriera interne, anni ed anni di esperienza non valgono più. Si può lo stesso progredire, ma attraverso un concorso esterno.
Inoltre la manovra economica estiva dice che sino a tutto il 2013 ogni progressione di carriera varrà solamente dal punto di vista giuridico e non avrà risvolti economici. Un dipendente può passare ad un livello superiore (con mansioni e responsabilità superiori), ed essere pagato per 4 anni come prima. Si valorizza così il merito?
Il sistema di valutazione dei dipendenti (che negli Enti locali della nostra provincia sono applicati da almeno 10 anni) per come sono strutturate le “riforme” del Governo, porterà i meno bravi a percepire minori compensi, ma i più bravi non potranno percepire di più!
Al di là dei singoli provvedimenti, benché gravi e criticabili, il problema maggiore è proprio l’idea di questo Governo nei confronti dei dipendenti pubblici. Non si va alla ricerca delle inefficienze per migliorare la situazione, ma si lancia a tutti un messaggio: non ti chiedo di più, non ti coinvolgo e non ti chiedo di credere in ciò che fai, non aumento il tuo senso di appartenenza, ti pago poco e ti dico che di te non mi interessa nulla. Un gioco al ribasso, esattamente l’opposto di ciò che serve al nostro Paese.
Anche il tanto sbandierato calo delle assenze per malattia fra i dipendenti pubblici, è tutto da dimostrare come ha pubblicato nella recente inchiesta il settimanale L’Espresso.
I cittadini non sono contenti solo perché sono stati introdotti i semafori con le faccine allegre e tristi negli uffici (una Sua innovazione!!).
Ci sono famiglie che quest’anno non hanno potuto iscrivere i propri figli ad una sezione di tempo pieno, perché sono stati ridotti gli insegnanti.
Agli studenti sono state ridotte le ore di insegnamento.
I cittadini modenesi, pur in presenza di un aumento significativo della popolazione, vedranno nei propri ospedali ben 320 posti letto in meno. Dal prossimo anno si ridurranno i minuti di assistenza nelle case protette, caleranno i posti nei nidi e nelle materne, la qualità e la quantità di tanti servizi calerà drasticamente, grazie alla manovra estiva pensata quasi esclusivamente per ridurre drasticamente le risorse di Regioni ed Enti locali.
Marco Bonaccini, segretario sindacato Fp/Cgil Modena