La situazione occupazionale del Gruppo Facchini Emiliano (Gfe) di Reggio Emilia, una cooperativa di facchinaggio che conta 516 soci lavoratori e che svolge lavori prevalentemente (95% del fatturato) per la Snatt, una piattaforma logistica di grandi marchi della moda, è al centro di un’interrogazione di Roberto Sconciaforni, capogruppo federazione della sinistra. Il consigliere chiede alla Giunta regionale quali misure intenda adottare per verificare che sin da subito siano avviate tutte le necessarie iniziative, coinvolgendo parti sociali e istituzioni, affinché i vertici del Gfe e dello Snatt logistica salvaguardino e tutelino i posti di lavoro di tutti i soci Gfe e per far sì che non si retroceda dal contratto nazionale di lavoro.
Il consigliere riferisce che grazie ad un’importante vertenza, a partire da luglio scorso, i soci lavoratori della Gfe, che prima godevano di condizioni salariali e contrattuali “decisamente inferiori ai riferimenti nazionali vigenti per il settore del facchinaggio”, hanno ottenuto il pieno riconoscimento del Contratto nazionale di lavoro. Ad ottobre il Cda della cooperativa avrebbe però posto ai soci lavoratori due alternative: o il ritorno alle condizioni lavorative precedenti l’applicazione del Ccnl o la richiesta alla Snatt logistica di un aumento del 25% del prezzo d’appalto ‘non negoziabile’, impedendo “di fatto alla cooperativa di poter lavorare con la stessa Snatt. Di fronte alla scelta dei lavoratori di non retrocedere dal contratto nazionale, – informa Sconciaforni – la Snatt il 2 novembre ha deciso di non procedere alla stipula per il 2011 di un contratto di appalto con Gfe e successivamente “alcuni soci lavoratori della cooperativa – ovviamente, sottolinea il consigliere, i più vicini alle posizioni del CdA nell’opporsi alle rivendicazioni della maggioranza dei lavoratori – sarebbero stati contattati individualmente dai vertici della Gfe e invitati a dimettersi dalla cooperativa per aderire a una nuova cooperativa in grado di acquisire l’appalto della Snatt per il 2011”.