Home Modena Aimi (PDL): “Spese pazze a Modena e tasse triplicate in GB. Cosa...

Aimi (PDL): “Spese pazze a Modena e tasse triplicate in GB. Cosa sarebbe successo se ciò fosse accaduto in Italia?”

# ora in onda #
...............




“Dobbiamo riconoscere che negli interventi diramati nelle ultime ore da alcuni importanti esponenti del PD modenese – dai quali siamo politicamente distanti anni luce – emergono comunque due assolute ed incontrovertibili verità. La prima, che il Governo in conseguenza della crisi economica ha apportato inevitabili tagli alla spesa pubblica; la seconda, che la sinistra continua a fare il tifo affinché la nave Italia affondi, purchè a mare finisca anche Silvio Berlusconi, senza avvedersi peraltro che Modena non è in Papuasia”. Così il Consigliere regionale del PDL Enrico Aimi in risposta ad alcune dichiarazioni rilasciate ai media dal centrosinistra modenese. “E’ però doveroso – ha subito aggiunto – porre la lente d’ingrandimento su un paio di passaggi nevralgici: il Ministro Tremonti ha sì deciso di procedere con il contenimento della spesa, ma nel tentativo di arginare i troppi sprechi che hanno contraddistinto la gestione allegra del denaro pubblico nel nostro Paese. Anche all’ombra della Ghirlandina, però, si preferisce procedere con un approccio cieco e sordo alla realtà dei fatti: non interessa se le falle le hanno provocate altri, in speciale modo negli anni dei governi di centrosinistra, con spese pazze fino alla creazione del terzo debito pubblico più pesante del mondo, con i conti traballanti e la speculazione internazionale pronta a puntare il mirino verso di noi. L’importante è che a bordo ci sia Berlusconi: roba da “muoia Sansone e tutti i filistei”. L’odio dei post comunisti è infatti talmente viscerale e incontenibile che fa perder loro persino di lucidità. E da queste parti dovremmo saperne qualcosa. Serve ripetere per l’ennesima volta qualche semplice esempio?

Presto fatto. Dopo anni passati a: 1. elargire finanziamenti, case popolari, aiuti sociali, posti di prima fila in tutte le graduatorie a senso unico a favore degli stranieri; 2. finanziare iniziative “culturali” a dir poco ridicole; 3. creare strutture e apparati, spesso inutili, per la promozione del nostro territorio che hanno avuto come risultato anche quello della creazione di comodi e ben pagati posti in cimiteri per elefanti politici; 4. mandare in tilt i conti della sanità locale, degli apparati destinati al sociale e della giustizia locale per fare fronte a problematiche quasi esclusivamente “d’importazione”; 5. sponsorizzare faraonici e lunari progetti architettonici fermi però sulla carta; 6. promettere tutte quelle infrastrutture fondamentali per il rilancio dell’economia modenese mai realizzate.

Ecco – ha rincarato Aimi – dopo tutto questo totale fallimento, a sinistra qualcuno ha ancora il coraggio di alzare due “ditini”, uno per dare lezioni, l’altro per addossare la colpa ancora una volta a Silvio Berlusconi, trasformato in città in una sorta di San Sebastiano cui scoccare ogni strumentale “frecciata” politica. Solo un esempio in tema di riforma scolastica ancora in fase di approvazione: cosa sarebbe successo alla Gelmini se anche in Italia come sta avvenendo in altri importanti paesi europei, il Governo avesse triplicato le tasse universitarie? Ma qui da noi, su alcuni argomenti i timpani risultano politicamente otturati. Al centrodestra, è bene saperlo, non manca l’onestà intellettuale sufficiente per confermare che un contenimento della spesa, giunti a questo punto, era di vitale importanza per le sorti del nostro Paese. Sarebbe però ora che qualcun altro a Modena facesse pubblica ammenda nel riconoscere che ci sono stati lapalissiani errori di immobilismo da una parte e di enorme sprechi dall’altra. L’economia, infatti, non è l’uso della spesa pubblica per avere consenso, qualità per la quale la sinistra ha brillato, in special modo a Modena.

Si smetta dunque una volta per tutte di soffiare e buttare benzina sul fuoco della protesta – ha concluso Aimi – perché, e lo dico anche a tutela di certi pasdaran della protesta, in questi tempi, in Italia, per senso di responsabilità, è meglio fare i pompieri che i piromani”.