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Modena: PD, no alle preclusioni ideologiche per privati

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Il consigliere comunale del Pd Giulio Guerzoni interviene nel dibattito sulla concessione delle aree comunali ai privati. Ecco la sua nota.

«Ho partecipato con vivo interesse alla Commissione Risorse dello scorso giovedì 9 dicembre in cui si è discusso dei primi nuovi indirizzi per la concessione in diritto di superficie di aree comunali. La delibera presentata ottimamente dall’Assessore Poggi, sebbene non abbia alcun carattere vincolante, dà il via ad un percorso di confronto importantissimo sul futuro di uno strumento amministrativo che ha significato moltissimo per la nostra città. Attraverso il diritto di superficie infatti Modena ha potuto sviluppare se stessa nei settori dell’associazionismo, dello sport, dei servizi e dell’assistenza alla persona, valorizzando il proprio capitale sociale a partire dal volontariato.

Con la speranza che su questo tema tutti i partiti possano lavorare assieme senza pregiudizi o strumentalizzazioni, provo a dare un piccolo contributo alla discussione con 5 osservazioni nel merito della questione:

1) Il confronto sul diritto di superficie, che a Modena è utilizzato almeno dalla metà degli anni ’80, non parte dal nulla. Il Comune già nel 2004 (delibera n° 25) aveva già approvato un innovativo Regolamento con regole chiare rispetto alle tipologie di concessioni. Questo Consiglio Comunale, proprio perché tutto è cambiato negli ultimi 6 anni, sarà chiamato ad aggiornare proprio quel regolamento per rimanere al passo coi tempi. Credo che questo, almeno nel metodo, sia un atto di lungimiranza.

2) Non bisogna confondere le idee alla gente: il diritto di superficie non si esaurisce con le polisportive e soprattutto non è assolutamente connesso con le difficoltà che mondo ha negli anni 2000. Senza dubbio le polisportive rappresentano la parte preponderante dei soggetti interessati, ma questo è solo il frutto della storia della nostra città. La politica è chiamata a fare qualcosa di più alto: discutere un regolamento universale che salvaguardi l’esistente e pensi al futuro.

3) Il Comune di Modena ha interesse a difendere le collaborazioni esistente. Se infatti, per assurdo, domani scadessero tutte le convenzioni presenti in città e, come prevede proprio il diritto di superficie, tutti i terreni e gli immobili diventassero di proprietà comunale, non ci sarebbero nemmeno lontanamente le risorse per gestire direttamente tutti i servizi.

4) E’ nell’interesse dell’amministrazione pubblica estendere il controllo da parte del Consiglio Comunale non solo rispetto alle fideiussioni, ma anche sulle ipoteche.

5) Sul tema dell’utilizzo delle strutture da parte di soggetti privati non ci deve essere nessuna preclusione ideologica, né di destra né di sinistra. Occorre trovare un giusto equilibrio prendendo esempio dalla migliore politica democratica americana. La chiave è tutta in un capoverso di questa prima delibera di indirizzo, ovvero quando si valuta la possibilità di assegnare “…a soggetti individuati attraverso procedure di evidenza pubblica, che operano sul mercato con finalità di lucro, purché siano in grado di offrire servizi utili ai bisogni della città, con proprie risorse, impegnandosi mediante convenzionamenti con l’amministrazione che riducano l’onere economico per la stessa”.

E’ evidente che qua si chiede alla politica di fare qualcosa di alto e molto difficile: trovare una sintesi tra la necessità di offrire servizi che fanno il bene della collettività, la valorizzazione delle persone che fanno volontariato e l’efficiente gestione economica dei servizi stessi. La domanda da porsi dunque non è ‘se aprire’ ai privati, bensì ‘come farlo e come garantire e confermare un forte controllo dell’amministrazione pubblica».