Le donne come “solite ignote” nella rappresentazione che di loro fanno in particolar modo i media, sono l’oggetto di uno studio condotto dall’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia che ha indagato il linguaggio che quotidianamente viene utilizzato dalla stampa, dalla pubblicità, dalle istituzioni per descrivere e parlare del genere femminile.
L’indagine, condotta dalla prof.ssa Cecilia Robustelli, docente di linguistica italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo modenese- reggiano e studiosa di genere, fa emergere un quadro che viene denunciato come lesivo dell’immagine femminile.
Nello studio del rapporto lingua-genere, cioè del modo in cui la lingua riflette e trasmette la differenza di genere, emerge – ha dichiarato la prof.ssa Robustelli – un quadro poco soddisfacente per quanto riguarda l’immagine delle donne. In sintesi il linguaggio dei media tende ad esaltare le caratteristiche fisiche delle donne e a descriverne la vita privata, ma ne nasconde la bravura professionale, che è invece al primo posto quando si parla di uomini; inoltre il linguaggio delle istituzioni sembra spesso ignorare le donne, perché tante cariche e ruoli sono espressi al maschile, e in questo modo si conferma l’idea che possano essere ricoperti solo da uomini; il linguaggio quotidiano riflette alternativamente questi atteggiamenti, in base alla cultura e alle conoscenze linguistiche del parlante.
Per discutere e confrontarsi su questi temi con il coinvolgimento di accademiche e di donne impegnate nella politica e nell’associazionismo, mercoledì 15 dicembre a partire dalle ore 9.30 presso l’Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia (l.go S.Eufemia, 19) a Modena si terrà il convegno “Le solite ignote”, patrocinato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, inteso come un momento di riflessione proprio sul linguaggio che quotidianamente in televisione, sui giornali nella pubblicità descrive, spesso in maniera svilente, il mondo femminile.
“Mi è sembrato opportuno – ha continuato la prof.ssa Cecilia Robustelli – avviare, ancora una volta, una riflessione sulle modalità di rappresentazione della donna, e ho scelto di farlo in una università piena di giovani perché l’esperienza di persone che quotidianamente hanno a che fare con la questione – giornaliste, studiose, rappresentanti delle istituzioni – possa incrociarsi fruttuosamente con la loro curiosità nei confronti del problema. Le ragazze e i ragazzi hanno un grande interesse per la rappresentazione del genere. L’estate scorsa con alcune studentesse è nato il progetto di questo convegno durante il quale le ragazze ci presenteranno i risultati di un loro lavoro sul linguaggio dei media che si intitola Apri gli occhi! Attraverso questo incontro cercheremo anche di fornire quegli strumenti interpretativi, risultato di seri studi scientifici, che permettano di affrontare questi argomenti con maggiore consapevolezza”.
Parteciperanno alla giornata, tra gli altri, rappresentanti delle istituzioni universitarie, politiche e di associazioni modenesi, tra cui il Centro Documentazione Donna, l’Unione Donne Italiane, l’Associazione Donne e Giustizia e il Coordinamento giornaliste di Modena, gruppi di lavoro sul genere dall’Università di Venezia e dal Comune di Firenze, e un gruppo di studentesse della Facoltà di Lettere e Filosofia.
Il programma è visibile alla pagine www.lesoliteignote.unimore.it