Ma quale affluenza record, alle primarie bolognesi è andato a votare meno del 10% degli aventi diritto (9,2%). 305.000 sono gli elettori, di questi solo in 28.120 si sono recati ai seggi per decidere il candidato del centrosinistra alle prossime amministrative. Il vincitore, Virginio Merola, ha ottenuto 16.407 preferenze, il 5,3% degli aventi diritto: un dato non particolarmente confortante, tenuto anche conto delle evidenti spaccature interne al centrosinistra bolognese. Le primarie di Bologna hanno visto scontrarsi in modo aspro i leader della sinistra: Bersani da una parte e Vendola dall’altra, Prodi da una parte e D’Alema dall’altra. Non penso sarà semplice ricompattare una coalizione così litigiosa, troppi gli interessi in campo.
Il centrodestra può sfruttare questo momento di difficoltà del Pd, una buona squadra è sicuramente in grado di scalzare la sinistra da palazzo D’Accursio. Una sinistra in crisi, incapace di coinvolgere i cittadini nella vita politica della città: le sedi sono deserte, gli iscritti sempre di meno, la dirigenza locale, particolarmente attenta alla vita economica della città, non ha più valori. Del vecchio PCI, il PD ha conservato solo il peggio, l’arroganza e la poca trasparenza, la scarsa lungimiranza e l’arretratezza, non ha saputo riorganizzare il partito, non appare più in grado di coinvolgere gli iscritti nelle varie iniziative, una sinistra sempre meno credibile…
(Fabio Filippi)