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Giustizia: Presidente Corte Appello Bologna, tempi giustizia intollerabili

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Attendere 10 anni e 9 mesi per una sentenza di appello significa fare i conti con “tempi intollerabili”. Lo ha detto il presidente della Corte d’Appello di Bologna, Giuliano Lucentini, nella sua relazione letta in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Da questo emerge “la durata media dei procedimenti contenziosi definiti con sentenza dai tribunali nel periodo considerato, e impugnati davanti alla corte, e’ stata di 5 anni e 9 mesi, mentre la durata media dei procedimenti decisi in appello e’ stata di 4 anni e 4 mesi. E pertanto, essendo stato di 8 mesi il tempo medio intercorso tra l’uno e l’altro grado, la sentenza di appello e’ giunta mediamente dopo 10 anni e 9 mesi dall’introduzione del procedimento in primo grado”. E per Lucentini, se “nel futuro nulla dovesse cambiare occorrera’ ben di piu’ ove si consideri, quanto alla corte, che le cause sono oggi rinviate per la precisazione delle conclusioni a udienze che toccano addirittura l’anno 2018”.

Sempre dalla relazione emerge che “in Corte d’Appello le pendenze finali risultano aumentate in misura consistente nonostante il buon aumento delle definizioni; e dove sono aumentate, ancora in misura consistente, sia le prescrizioni dichiarate che il tempo occorrente per definire i processi”.

E in effetti i dati delle prescrizioni lo confermano. “In Corte d’Appello le sentenze di prescrizione sono state 1.176 con un incremento del 31% rispetto al periodo precedente. La durate media dei processi e’ stata di 1.063 giorni mentre nel periodo precedente era di 886 giorni e di 840 giorni nel periodo ancora precedente”.

A causare questo disastro, ha spiegato Lucentini, sono “un sistema normativo inadeguato a contrastare una criminalita’ sempre piu’ astuta ed agguerrita e un contenzioso civile tra i piu’ alti d’Europa per causa di una esasperata litigiosita’; il sottodimensionamento delle piante organiche dei magistrati nei vari uffici e la non tempestiva copertura dei costi; la persistente scopertura dei posti del personale di cancelleria; la mancanza, infine, di risorse e di adeguati mezzi materiali”. Per Lucentini il legislatore potrebbe intervenire creando testi unici, semplificando i codici del processo e depenalizzando.

I tempi sono lunghi anche per lo smaltimento dell’arretrato. A tal proposito scrive Lucentini nella sua relazione: “Assai grave e’ la situazione in cui si trova la Corte d’Appello perche’ occorrerebbero ben 3 anni e 3 mesi (in diminuzione rispetto all’anno precedente) per lo smaltimento dell’arretrato nel civile e ben 3 anni e 8 mesi per lo smaltimento dell’arretrato esistente presso la sezione lavoro”.