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In Emilia-Romagna due nuovi Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs), a Bologna e a Reggio Emilia. Dalla Regione un investimento specifico sulla rete

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“Con i due nuovi Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico la sanità dell’Emilia-Romagna fa un salto di qualità di grande rilevanza, all’interno di un sistema di eccellenza, e di impulso alla ricerca. Adesso abbiamo un altro obiettivo: riuscire a dimostrare – cosa non così chiara in questo Paese – che il sistema della ricerca in sanità rappresenta uno straordinario valore economico, oltre che di competenza e di qualità per l’assistenza”.Queste le parole del presidente della Regione Vasco Errani durante la conferenza stampa di presentazione, insieme all’assessore alle Politiche per la salute Carlo Lusenti, dell’acquisizione dello “status” di Irccs da parte dell’Istituto per le scienze neurologiche di Bologna (Azienda Usl di Bologna) e dell’Istituto in oncologia per le tecnologie avanzate e modelli assistenziali (Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia). Erano presenti anche i direttori dell’Azienda Usl di Bologna Francesco Ripa di Meana e dell’Azienda ospedaliera di Reggio Emilia Ivan Trenti, il prorettore dell’Università di Bologna Gianluca Fiorentini, i direttori della Sanità e Politiche sociali Mariella Martini e dell’Agenzia sanitaria e sociale della Regione Roberto Grilli.

“E’ necessario iniziare a considerare la sanità non solo un costo, ma un grande motore economico – ha ribadito Errani – : è un passaggio che l’Italia deve fare. Sono convinto che uno dei fattori su cui puntare sia lavorare sulle scienze della vita, che sarà uno dei settori strategici nei prossimi anni. E’ difficile far passare questo concetto, ma è la sostanza: per uscire dalla crisi bisogna saper cambiare con delle politiche industriali che purtroppo oggi questo Paese non ha”.

Grazie all’impegno di anni, l’Emilia-Romagna può contare su una rete di Irccs: accanto al prestigioso Irccs monospecialistico (il Rizzoli di Bologna) ci sono ora i due nuovi, a cui si aggiungerà anche l’Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori di Meldola (l’iter di formale acquisizione dello status di Irccs sarà completato entro il 2011).

“In questo modo – ha sottolineato l’assessore Lusenti – si rafforza complessivamente l’infrastruttura regionale: questa rete di Irccs si aggiunge e si integra con la rete di assistenza e ricerca dei quattro policlinici, all’interno del sistema sanitario dell’Emilia-Romagna. Nello specifico, sul lato della ricerca, si va a rafforzare un sistema che era già di alta qualità ed efficienza sia dal punto di vista della stessa ricerca che dell’assistenza”. Per il triennio 2009-2011 “la Regione ha previsto un investimento specifico di 15 milioni di euro per lo start up e il sostegno all’attività di ricerca degli Irccs. Va ricordato che le fonti di finanziamento di questi istituti – ha precisato Lusenti – sono molteplici: esiste un fondo nazionale ripartito tra linee di ricerca che vengono presentate; gli Irccs, inoltre, possono concorrere ai bandi di ricerca europei pubblici ma anche privati”.

La ricerca e l’innovazione nel Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna

Lo sviluppo della rete degli Irccs si inserisce in un quadro regionale dove l’importanza di investire per il proprio sviluppo in ricerca e innovazione ha una storia ormai lunga, che parte almeno dalla formale acquisizione della ricerca come funzione istituzionale di tutte le Aziende sanitarie sancita dalla legge di organizzazione e funzionamento del Servizio sanitario regionale (legge 29/2004), rilanciata poi con forza anche con il Piano sociale e sanitario 2008-2010.

Oltre al già citato programma di sostegno allo sviluppo della rete degli Irccs, sono attivi altri 3 programmi:

Il programma Regione-Università

Realizzato sulla base di uno specifico protocollo siglato con le 4 Università dell’Emilia-Romagna, è dedicato allo sviluppo di progetti di ricerca proposti dalle 4 Aziende Ospedaliero-Universitarie (Bologna, Modena, Parma, Ferrara) e dalle altre strutture sedi della collaborazione tra Servizio sanitario e Università. Collaborano anche le Aziende Usl. Sono 70 progetti di ricerca attivi su temi come la medicina rigenerativa, le neuroscienze, l’oncologia, la diagnostica avanzata, la valutazione di costo-efficacia di tecnologie innovative. Conta su un contributo regionale di 10 milioni all’anno per il triennio 2010-2012.

Il programma ricerca e innovazione Emilia-Romagna (Pri-er)

Nato nel 2004, coinvolge tutte le Aziende sanitarie e gli Irccs. Si occupa di innovazione nell’ambito di trattamenti radioterapici in oncologia, di assistenza ai pazienti con ictus, degli stent a rilascio di farmaco in cardiologia, di tecnologie diagnostiche di rilievo (per esempio pet in campo oncologico, tac multistrato in cardiologia), di interventi per la riduzione della mortalità da sepsi e della adozione di modelli assistenziali innovativi nelle terapie intensive regionali. Il contributo della Regione nel triennio 2009-2011 è pari a 250mila euro all’anno.

Il programma del fondo regionale per la modernizzazione

E’ dedicato a programmi proposti da tutte le Aziende sanitarie sui temi dell’innovazione clinica, organizzativa, gestionale. Il contributo della Regione è di 2 milioni e 400mila euro all’anno per il triennio 2010-2012.

Questi programmi hanno complessivamente consentito, tra l’altro, di governare l’adozione di innovazioni tecnologiche importanti, accompagnando il loro utilizzo nella pratica clinica con la verifica del loro impatto (per esempio la radioterapia intraoperatoria per il carcinoma della mammella, la chirurgia robotica, gli stent medicati per l’angioplastica coronarica, la tomo terapia per la cura dei tumori, per citarne solo alcune); sostenere i cambiamenti innovativi necessari anche sul versante dell’organizzazione dei servizi (come la riorganizzazione dei percorsi di assistenza per l’infarto miocardico acuto, l’adozione di nuovi modelli assistenziali per il trattamento dello Stroke e per fare delle terapie intensive luoghi di cura ancora più attenti alle esigenze dei pazienti e dei loro familiari); valorizzare le potenzialità delle Aziende Ospedaliero-Universitarie e degli Irccs nella ricerca biomedica più innovativa, in ambiti quali l’oncologia, la medicina rigenerativa, le neuroscienze, la diagnostica.

L’ IRCCS Istituto per le Scienze Neurologiche di Bologna

L’IRCCS Istituto per le Scienze Neurologiche di Bologna nasce per integrare e migliorare le caratteristiche assistenziali e di ricerca già esistenti, in particolare:

le competenze cliniche di eccellenza maturate negli anni da parte di alcune unità operative dell’Ospedale Bellaria nella diagnosi e trattamento delle malattie neurologiche, come la Neurochirurgia (oltre 2.300 ricoveri l’anno, con più di 2.000 interventi chirurgici per patologie neoplastiche, vascolari, traumatiche), la Neurologia (che comprende la sezione di monitoraggio dell’epilessia, con oltre 350 ricoveri l’anno, e ambulatori specialistici) e la Neuroradiologia;

le competenze didattiche, di ricerca e cura della Clinica Neurologica dell’Università di Bologna, integrata nella rete delle Aziende sanitarie regionali dal 1° gennaio 2005. La Clinica, che svolge la maggior parte delle attività didattiche e di ricerca in campo neurologico dell’Università, articola la componente assistenziale in reparti di degenza (che comprendono attualmente una sezione di neuropsichiatria infantile) nei quali si effettuano circa 700 ricoveri all’anno e settori diagnostici e ambulatoriali organizzati in Centri di studio, che richiamano molti pazienti da bacini di utenza extraregionale;

le competenze cliniche di eccellenza della Neurologia dell’Ospedale Maggiore nel campo della neurologia d’urgenza e delle malattie cerebrovascolari (Stroke Unit).

L’IRCCS sarà anche sede della didattica universitaria in Neurologia attualmente svolta presso la Clinica Neurologica per i Corsi di laurea specialistica in Medicina e Chirurgia ed Odontoiatria, il Corso di laurea in Tecniche Neurofisiopatologiche, le Scuole di specializzazione in Neurologia e Neuropsichiatria Infantile, ed il Dottorato di Ricerca in Medicina del Sonno (unico in Italia). Anche la formazione e l’aggiornamento professionale continuo del personale sanitario medico e non medico saranno favorite dalla creazione di una realtà integrata.

Le Linee di Ricerca

La ricerca dell’Istituto per le Scienze Neurologiche di Bologna è attualmente articolata in sette linee di ricerca:

Linea N. 1 – Patologie neurodegenerative e disordini del movimento;

Linea N. 2 – Patologie neuromuscolari;

Linea N. 3 – Patologie del sistema nervoso autonomo e del dolore cefalico;

Linea N. 4 – Patologie del sonno e dei ritmi biologici;

Linea N. 5 – Epilessie;

Linea N. 6 – Neurochirurgia;

Linea N. 7 – Neuroradiologia.

I principali progetti di ricerca attivi in ambito regionale comprendono: un progetto in neuro-oncologia, che vede coinvolti specialisti di tutte le Aziende sanitarie emiliano-romagnole su temi che vanno dalla cura dei gliomi, alla epilessia tumorale, agli aspetti di diagnostica di immagine e biomolecolare, alla creazione di un registro regionale dei pazienti con tumore cerebrale primitivo; un progetto sulla gestione del paziente con cefalea cronica, che vuole portare alla implementazione di linee guida condivise nel trattamento di questa patologia.

In ambito nazionale i ricercatori dell’IRCCS sono impegnati in studi sull’epilessia, su patologie del sonno, sulla sclerosi laterale amiotrofica, sul sistema nervoso periferico e su patologie neurodegenerative come malattia di Parkinson e demenza, con progetti di ricerca finanziati da enti pubblici (Ministero della Salute, MIUR, AIFA) e privati (Telethon).

Ampia anche la partecipazione a progetti europei e internazionali, finanziati prevalentemente dall’Unione Europea, nei settori dell’epilessia, delle malattie neurodegenerative da prioni, delle neuropatie ottiche, delle malattie neurologiche rare, delle innovazioni neurochirurgiche e neuroradiologiche.

Il ruolo strategico dell’Istituto

La creazione dell’IRCCS Istituto per le Scienze Neurologiche di Bologna come parte di una Azienda sanitaria può essere considerata come l’individuazione di uno strumento gestionale appropriato per l’integrazione delle funzioni assistenziali, di ricerca e di formazione, altrimenti collocate in contesti meno coerenti, e per il loro ulteriore sviluppo.

L’unificazione di queste attività potrà permettere di affrontare nelle migliori condizioni casistiche ad elevata complessità, il cui studio e la cui assistenza richiedono competenze sempre più sovrapposte ed integrate. La presenza nella stessa sede di un forte nucleo di ricerca in neurofisiologia e neurobiologia cliniche sarà determinante per mantenere ed estendere le caratteristiche scientifiche del livello assistenziale.

La valenza regionale delle attività sviluppate in questo contesto dall’Istituto è confermata dall’inserimento di questo progetto nei documenti di indirizzo della Regione, dal Piano Sociale e Sanitario regionale 2008-2010, alla recente delibera della Giunta regionale “La ricerca come attività istituzionale del SSR” (2009). In questo ambito l’Istituto dovrà assumere un ruolo guida nello sviluppo e sperimentazione di nuovi modelli assistenziali ed organizzativi, anche utilizzando lo specifico carattere multicentrico che lo definisce.

Infine, il mantenimento e lo sviluppo delle attività di ricerca sarà garanzia di una continuità dei rapporti con altre realtà di ricerca e assistenza in neuroscienze, rapporti oggi dimostrati sul piano assistenziale dall’elevato grado di attrazione di pazienti da altre regioni e sul piano della ricerca scientifica dalla ampia rete di collaborazioni nazionali ed internazionali. L’Istituto, infatti, assumerà, in collaborazione con altri Centri di ricerca, e in particolare gli IRCCS delle Neuroscienze, un ruolo rilevante sia nello sviluppo e nella sperimentazione di nuove tecniche, tecnologie e farmaci, sia nella costruzione, condivisione di linee guida di settore.

L’IRCCS istituto per le scienze neurologiche sarà ospitato in un edificio dell’Ospedale Bellaria (edificio G). Il costo complessivo della struttura (attrezzature e arredi compresi) è stato di circa 53 milioni di euro.