Home Bologna Noè (UDC) Regione sostenga i servizi socio-assistenziali dell’Ausl Bologna centro

Noè (UDC) Regione sostenga i servizi socio-assistenziali dell’Ausl Bologna centro

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Quali strumenti sta mettendo in campo la Regione per affrontare la situazione dei servizi socio assistenziale in favore delle persone disabili nel Distretto Ausl Città di Bologna? È quanto ha chiesto oggi in aula Silvia Noè dell’UDC con un’interrogazione a risposta immediata. La consigliera ha ricordato che, a fronte del calo di risorse statali, l’Ausl Città di Bologna sta procedendo ad una riorganizzazione dei servizi in favore dei disabili e avrebbe prospettato agli enti privati del no profit che gestiscono realtà come i gruppi d’appartamento, i centri diurni, le comunità alloggio e laboratori socio-occupazionali, l’ipotesi di bloccare per tutto il 2011 tutti i nuovi ingressi prevedendo inoltre l’immediata riduzione dei servizi erogati. Oltre al grave danno per le famiglie e ad una possibile ricaduta sul piano occupazionale, se la situazione dovesse attuarsi, ha sostenuto Noè, si potrebbero creare situazioni discriminanti nei confronti dell’utenza circa la equità di accesso ai servizi e la loro qualità, dal momento che, ha detto, a quanto mi risulta, non ci sarebbero state decisioni analoghe da parte dei direttori di altri distretti.

Nella risposta il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Bertelli ha fornito un quadro della situazione assicurando che “non è comunque previsto un blocco generalizzato di nuovi ingressi, garantendo invece la possibilità di inserimento nei servizi per le situazioni più gravi e di emergenza”. Bertelli ha innanzitutto ricordato che il distretto di Bologna Città, prima dell’istituzione del Fondo Nazionale non autosufficienza (FRNA) risultava già avere una spesa pro capite nel settore della disabilità nettamente superiore alla media regionale, sia per una dotazione maggiore di servizi domiciliari, diurni e residenziali, sia per un’incidenza di costi unitari elevata. Dal 2007 al 2010 gli Amministratori locali del Comune di Bologna hanno programmato e realizzato uno sviluppo consistente dei servizi con un costo complessivo superiore al livello annuale garantito dalle risorse disponibili per la non autosufficienza (FRNA, Fondo Nazionale non autosufficienza, risorse comunali). Negli ultimi tre anni – ha detto – la copertura di tali costi è stata resa possibile utilizzando le risorse del Fondo regionale non utilizzate nel 2007 e 2008 e, in secondo luogo, concentrando nel 2010 l’utilizzo di due annualità (2009 e 2010) del Fondo Nazionale. E questo malgrado l’indicazione data dalla Regione e dalla ‘Cabina di regia’ sul welfare regionale fosse stata, come gli anni precedenti, quella di utilizzare l’assegnazione del Fondo nazionale 2010 nel 2011. Indicazione seguita peraltro dalla maggioranza degli ambiti distrettuali. In tale quadro – ha sostenuto Bertelli – si è resa evidente la necessità di riportare nel 2011 l’offerta complessiva di servizi per la non autosufficienza nel distretto di Bologna ad un livello compatibile e sostenibile con l’ammontare annuo delle risorse disponibili e assicurate dalla Regione. La discussione – ha detto – è ancora in atto e le proposte elaborate sono all’attenzione della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, delle Organizzazioni sindacali, dei Comitati consultivi misti e degli Enti gestori al fine di trovare soluzioni condivise che non penalizzino né l’utenza, né i gestori. La responsabilità delle scelte per la programmazione degli interventi, per la non autosufficienza – ha infatti chiarito in proposito Bertelli – è assicurata dal ruolo di governo degli enti locali che in sede di Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria distribuiscono agli ambiti distrettuali le risorse assegnate dalla Regione secondo criteri di equa distribuzione, mentre le Ausl gestiscono le risorse sulla base di tali scelte. Per il 2011, pur in un quadro finanziario “assolutamente critico”, la Regione si è impegnata ad assicurare risorse aggiuntive per la non autosufficienza, per circa 460 milioni, “addirittura superiori a quelle venute a mancare dopo l’azzeramento del fondo nazionale per la non autosufficienza deciso dal Governo”.

Nella replica la consiglierà Noè ha ribadito le perplessità sul metodo adottato dalla direzione del distretto Bologna Centro specie se si considera che le decisioni ricadono su una realtà come quella dell’handicap in cui le famiglie vivono già tanti disagi. “Avrei preferito – ha detto – che a livello locale chi ne ha la responsabilità avesse adottato un approccio bilaterale nei confronti delle associazioni no profit coinvolte”. Raccomando quindi un maggiore coinvolgimento dei soggetti interessati con i quali si possono condividere scelte che, in un momento come questo, comportano sforzi da parte di tutti”.