“Mentre ci apprestiamo a celebrare il 150mo anniversario dell’Unità d’Italia, la più alta espressione del Governo dichiara che la scuola pubblica inculca negli studenti valori sbagliati. Parole che ci sentiamo in dovere di respingere al mittente con indignazione, a difesa del ruolo fondamentale svolto dalla pubblica istruzione nell’educare gli studenti ai valori della democrazia e della cittadinanza.”, commenta Francesca Puglisi, responsabile nazionale Scuola del Partito Democratico. “Anche per questo – continua Puglisi – assume particolare importanza l’iniziativa in programma per il 15 marzo a Reggio Emilia, dove ribadiremo con forza la centralità della scuola, libera e aperta a tutti, nel difendere e promuovere il principio di uguaglianza, da Nord a Sud, nel nostro Paese”, prosegue l’esponente della segreteria nazionale del PD”.
Sulla centralità della scuola e della pedagogia per la città del Tricolore è il segretario Roberto Ferrari a sottolineare: “Reggio Emilia è un punto di riferimento per chi ha a cuore la crescita dei bambini e dei ragazzi sin dalla più tenera età, ed è una terra che dell’Unità d’Italia è protagonista sin dalla nascita del tricolore. Siamo lieti della scelta operata dal PD nazionale di promuovere sul nostro territorio una iniziativa importante in un momento così difficile per la scuola pubblica. Berlusconi, non pago della già compiuta devastazione a firma del ministro Gelmini, ha scelto di colpire direttamente la dignità della Scuola di tutti”. Colpire la scuola pubblica significa colpire il paese. Ferrari, a conclusione della sua dichiarazione, riprende un celebre intervento di Piero Calamandrei, uno dei padri della costituzione, che già nel febbraio del 1950 sulla scuola diceva:
<<Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci).
Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private>>.